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Serie A 22/01/2011, 14.52

«Cantù non s'è seduta sul mercato: oggi siamo fermi, domani chissà»

 Bruno Arrigoni svela i piani della Bennet e fa le carte al campionato

Serie A

 Dal quotidiano "La Provincia"

Bruno Arrigoni, sta notando che effervescenza si riscontra sul mercato?
Faccio una premessa: in avvio di stagione era opinione comune che il campionato sarebbe stato estremamente equilibrato e che il discrimine tra l'ultimo posto play off e la lotta per non retrocedere si annunciava alquanto sottile.
Ebbene?
In effetti sta andando così e ora un po' tutti si sentono in diritto di pensare che con un ritocco la propria squadra possa fare molto meglio. E di guadagnare in tal modo quei duetre posti in classifica che ancora ballano e che potrebbero essere fondamentali. Ma c'è movimentismo e movimentismo.
Sarebbe?
Da un parte c'è Siena che si attrezza per la final four di Eurolega, parando i colpi della sfortuna, perché per l'Italia quello che già ha basta e avanza. E, su per giù dalla stessa parte, c'è Milano che si adopera perché intanto è stata un po' sfigata con gli infortuni e poi perché se da un lato intende incrementare il gap rispetto alle inseguitrici, dall'altro vorrebbe chiudere quello che la separa dalla capolista. Dall'altra parte, un mondo. Già, il resto del mondo. Ma mica è così facile andare a pescare il giocatore giusto. Perché? Primo: perché deve essere un giocatore già in condizione. Secondo: perché deve conoscere l'Italia o quantomeno l'Europa. Terzo: perché non deve uscire da una situazione patologica. Sì, insomma, non deve essere imo matto e neppure uno che proviene da un lungo infortunio.
Riferito degli altri, parliamo di Cantù
.
Fossimo andati avanti in Eurocup ci sarebbe stato da stancarsi certamente di più ma intanto ci avrebbe permesso di allungare un po' le rotazioni.
Conferma, dunque, che avreste preso un altro lungo, diciamo un ala forte, per «ssortire meglio il roster.

Sì, l'intenzione era quella, ma l'eliminazione dalla coppa l'ha fatta tramontare.
Eppure, Leunen è di fatto senza cambio.
E che facciamo, andiamo a prendere un altro straniero per poi tenerne fermo ogni volta qualcuno? Un americano può giocare solo al posto di mi americano, mi comunitario solo per un comunitario.
La via obbligata conduce dunque solo a un giocatore italiano.
Esatto, ma al momento non abbiamo ravvisato elementi che possano fare al caso nostro. Oggi è così, domani non è detto...
Intanto scatta un girone di ritorno nel quale farete visita alle due che sono davanti e a tutte quelle che sono in coda, mentre ospiterete tutte le più dirette inseguitrici.
In teoria un calendario così ci dovrebbe favorire, ma poi le partite in casa le devi comunque vincere... Insomma, il girone di ritorno diventerà nostro alleato solo se saremo capaci di coglierne l'occasione. La prima si presenta subito con la Virtus.
Già, se la batti la ricacci mdietro.
Siete chiamati a confermare questo vostro terzo posto.

Ci proviamo ma assicuro che è molto più impervio difenderlo che non effettivamente arrivarci. 
Intanto occorre cancellare la recente immagine del derby.

Varese ha tirato fuori il meglio da una partita dalla quale avrebbe anche potuto estrarre il peggio. Se così non è stato il merito è di un Recalcati avveduto ed equilibrato ma anche molto coraggioso nelle scelte. Rispetto all'inizio di stagione si ha quasi l'impressione che Cantù stia divenendo molto più squadra da casa e un po' meno da trasferta. Detta così mi sembra un po' tirata per i capelli. A Pesaro abbiamo pagato il riflusso di Milano. A Varese ci hanno dato ima randellata in testa e non ci siamo più rialzati. Insomma, prima di estrapolare una teoria di senso compiuto arriviamo prima alla Coppa Italia. Al mo mento, infatti, il campione non è sufficientemente significativo. E dunque non ancora attendibile

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E. Carchia

E. Carchia

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