Bennet Cantu': servirebbe un cambio per Leunen

Dal quotidiano "La Provincia"


E Cantù? E Cantù che! Sì, insomma, che fa Cantù mentre Siena e Milano si potenziano ulteriormente? Apparentemente, Cantù non fa una piega. Lascia fare. Non ha preso alcun "gettonaro" per sopperire alla pesantissima assenza di Markoishvili, figurarsi se cambia tanto per cambiare.  Resta vigile, questo sì. ma non è una novità. Così come non lo è, in quest'ottica, il recente viaggio in Texas di Bruno Arrigoni al tradizionale corso di aggiornamento invernale sul sommerso (ma solo sino a un certo punto) del basket americano. Antenne dritte, sempre, per non farsi mai cogliere impreparati. I più in discussione sono stati Tabu (giunto a un passo dal taglio poco prima di Natale) e Green - dunque i playmaker - anche se poi la situazione si è ricomposta, ma l'impressione è che se questa Bennet non vorrà perdere troppo terreno da Mps e Armani, conservando al contempo il margine sulla muta di inseguitrici che potrà anche arrivare a braccarla, dovrà coprire il buco che si è aperto nel molo di ala forte dietro a Leunen. Confinato ormai a ruotare l'asciugamano Diviach (n.e. nelle ultime 5 partite, 6' nelle ultime 7), poco affidabile Urbutis, Maarty è costretto agli straordinari. Pagando così pegno in termini di lucidità ed efficacia. Con il rischio, già esplorato la stagione scorsa, che giunga sfiancato ai play off. A meno di ricorrere poi al gioco delle tre carte per lasciar fuori questo o quello alla voce comunitari o extracomunitari, l'unica via d'uscita sarebbe quella di ingaggiare un italiano. Ma alzi la mano chi è in grado di scorgerne uno adatto. E allora si chiude oeni discorso.