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Serie A 30/12/2010, 16.32

Sabatini: 'Questa Virtus diventera' grande'

Il patron Sabatini fiducioso sul futuro della Virtus

Serie A

Dal "Corriere dello Sport-Stadio"

 
Claudio Sabatini si chiude il 2010 e si chiude anche la sua storia mai cominciata con il Bologna? "Mai dire mai. Per esperienza so che ogni 15-16 mesi la trattativa torna sul mio tavolo. E' un affare che sono abituato a trattare".
La collaborazione tra i maggiori club bolognesi è un'utopia?
"Sono ottimista di natura, mi auguro che la nuova proprietà del Bologna prenda in considerazione l'apertura offerta dalla Virtus che oggi rappresenta l'unico progetto sportivo serio e credibile della città. Sarebbe coerente perché il calcio è un mondo imprenditoriale, una sorta di confindustria, mentre il basket purtroppo non lo è".
Che anno è stato il 2010 per la Virtus?
"Restiamo l'unico club cestistico a livello professionistico. Se guardiamo al mondo dei dilettanti, il numero uno della zona è Ozzano che è sempre sotto la nostra sfera. Non festeggio la scomparsa della Fortitudo, ma quello che dimostra: le gestioni sane garantiscono un futuro, le altre ti portano alla morte. Noi come Virtus abbiamo continuato a seminare. Se guardiamo alle nazionali giovanili, dall'Under 20 in giù, ci sono 22 giocatori della Virtus nel giro azzurro. Cosa significa? Che abbiamo in mente ben chiaro dove andare a parare".
Il progetto giovani continua a entusiasmarla?
"Oggi la notizia più bella è che il primo gennaio viene a giocare il Torneo di San Lazzaro Adam Pechacek, il ragazzo di Praga che abbiamo firmato e si stabilirà a Bologna dalla prossima stagione. La nostra foresteria a pieno regime avrà uno studentato con un 70% di ragazzi stranieri. Loro rappresenteranno il grande valore aggiunto di questa società".
La Virtus non è brillante ma è quarta in classifica...
"Appunto: se penso che Treviso e Roma sono dietro di noi devo dire che stiamo facendo anche più di quanto pensassimo ricordando che il budget è stato ridotto, che un paio di partite le abbiamo regalate e infine che siamo stati tormentati dagli infortuni. Abbiamo un bel gruppo, con tanto cuore".
Però a Lino Lardo aveva chiesto un gioco diverso, più effervescente.
Per ora non si è visto.

"Ma sono convinto che lo vedremo, aspetto questa squadra al completo.
Sarebbe presuntuoso pensare di fare la corsa su Siena o su Milano, però con un terzo del suo budget l'Armani Jeans ci ha battuto per dei particolari e non c'era Kemp. Caserta è partita per giocare l'Eurolega ma è quattro punti dietro".
L'uomo del giorno è Petteri Koponen. E' possibile un futuro da bandiera della Virtus?
"In estate abbiamo rifiutato delle proposte allettanti e se avessi voluto fare l'affare da imprenditore avrei potuto farlo anche questa settimana. Ma ho resistito. E' un ragazzo d'oro e un grande giocatore:magari decidesse di essere la bandiera della Virtus ma devo rispettare con realismo il suo talento e le sue aspirazioni".
La nota lieta è il pubblico.
"Non è casuale. La squadra, lo staff, la società, sono tutti impegnati a seminare. Andiamo nelle scuole, andiamo nei centri commerciali, andiamo dappertutto e il risultato è che siamo il club che ha più pubblico e doppiamo il secondo. Mi spiace notare che non ci siano altre società disposte a seguire questo percorso. Il basket pensa troppo in piccolo, noi pensiamo in grande. 8000 spettatori di media, un impianto di proprietà, un progetto da oltre 100 milioni di euro legato all'impianto. Questa è una Virtus che pensa in grande all'interno di un movimento che dopo sette anni comincia ad annoiarmi perché ripete all'infinito gli stessi discorsi e non guarda avanti.
Volevamo giocare a Natale, Cremona non ha voluto. Hanno giocato il 25 a Pesaro come avevamo fatto noi due anni fa. Sono d'accordo ma certe idee vanno percorse fino in fondo. Noi distribuimmo 8000 cappellini da Babbo Natale. A Pesaro non l'hanno fatto. Cantù è davanti a noi in classifica ma non ha un settore giovanile e gioca in un garage. E poi ci sono le regole che ci condizionano".
Ad esempio?
"La Giba (il sindacato giocatori) ci impone norme che servono solo a far guadagnare di più gli italiani e a creare il mercato dei passaporti fasulli. In estate hanno tolto un americano per squadra ma il risultato è che prendiamo gli stessi giocatori con passaporti differenti così li paghiamo di più. E gli italiani giocano come prima.
Il risultato è che due anni fa spendevo due milioni in più di adesso e dobbiamo tutti sperare che Armani, Benetton e Toti non si stanchino.
Se volessimo fare le cose per bene impiegheremmo un minuto e mezzo. La ricetta è semplice: sei passaporti liberi in Serie A, partite di 48 minuti per dilatare lo spettacolo e aumentare gli incassi agli stand, playoff al meglio delle sette partite, nove Under in A dilettanti di cui due comunitari. Non lo fanno e continuiamo ad assistere all'agonia di club di A. Lo scorso anno è successo a Napoli. Ora succede ad un altro club. Attenzione: io non sono contro gli italiani. Sono orgoglioso quando la Virtus gioca con tanti italiani. Il giorno di Natale siamo andati a mangiare insieme ai poveri. Con Lardo c'erano Poeta e Amoroso. Io credo in una Virtus italiana ma non credo nelle regole che la impongono. Ho avuto da dire con Mordente: lui è bravo, giocherebbe con qualsiasi regola, ma guadagnerebbe la metà. Il calcio
insegna: per molti club i diritti televisivi sono il 130% degli stipendi, nel basket sono una frazione. Nel business plan del Bologna, non so se cambierà, erano previsti 21 milioni di euro di salari e 30 di diritti tv".
E le sue Final Eight le fanno a Torino.
"Incassavamo 600.000 euro e portavamo alle partite 30.000 persone. A Torino le faranno crescere come evento, ma vedo che nel primo giorno di prevendita hanno ridotto il costo dei biglietti del 50%. Non oso pensare cosa succederà nella vendita last-minute. Noi avevamo costruito attorno un evento di basket giovanile per coinvolgere tutto il movimento. Spero che a Torino stiano facendo altrettanto e non ce l'abbiano ancora detto. Spero".

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E. Carchia

E. Carchia

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