Riccardo Paolini: Concentrato sulla prossima partita
Le parole del coach di Pesaro a Cestisticamente Parlando
Antonello Nevola e Riccardo Paolini a “Cestisticamente Parlando” su Radio PRIMARETE Caserta ora anche in podcast.
Ventiseiesimo appuntamento con “Cestisticamente Parlando”, il magazine di Radio PRIMARETE Caserta condotto da Eugenio Simioli, Francesco Gazzillo, Rosario Pascarella e Sante Roperto (con la regia di Imma Tedesco), in onda ogni martedì dalle 19.35 alle 20.55 (95.00 Mhz F.M. e in streaming su www.radioprimarete.it) ed in replica ogni giovedì alle 0.05 e in podcast sul canale Youtube “Cestisticamente Parlando” e sulla pagina FB “Cestisticamente Parlando – Radioprimarete”).
Riccardo Paolini:
La sensazione è che la squadra giochi alla pari con l’avversario per 35 minuti, poi c’è un calo: come lo si spiega?
Gli innesti di Daye e Lydeka ci hanno dato quell’esperienza, solidità e talento che ci permettono di fare buone partite per 35-36 minuti, indipendentemente dal parquet dove scendiamo. Sul +1 a 1 minuto e mezzo dalla fine a Cremona, ci siamo disuniti, ma questo capita anche nelle partite di Eurolega, per cui cerchiamo di fare la nostra partita e andiamo avanti.
Come è cambiato il sistema di gioco con gli ultimi innesti?
Siamo più pericolosi sia nel gioco interno ed esterno, ma questi due innesti hanno innalzato le prestazioni di Christon e Lacey che avevano bisogno di qualche giocatore più esperto al loro fianco. Al momento il nostro quintetto esprime una buona pallacanestro e solidità difensiva. Quando la panchina ci dà una buona mano nelle partite, riusciamo a giocarcela con tutti.
Siete a 4 punti dai playoff: un pensierino lontano alla post season lo sta facendo?
Assolutamente no: nel bene e nel male, per me la partita più importante resta sempre la prossima, quindi io sono concentrato sulla partita di sabato contro Caserta. Credo che anche Sandro Dell’Agnello stia facendo lo stesso ragionamento nostro, visto che per Caserta una vittoria a Pesaro sarebbe molto importante e che salverebbe quasi certamente la formazione casertana.
Lei è ancora convinto del blocco delle retrocessioni?
Assolutamente sì, porto questa idea da un paio di anni da quando allenavo in B2 a Fossombrone. Non c’è bisogno di retrocedere per dare spettacolo, se trasformassimo questo spettacolo in “dramma sportivo”, ritengo che tutto il movimento non ne giovi. Il basket deve essere divertimento, entusiasmo, scambio di sorrisi tra i tifosi: dovremo prendere esempio dall’America su queste cose, invece che sulla regola dello smile! Inoltre non riusciamo a “copiare” l’organizzazione americana del campionato e delle squadre satelliti che fanno la D-League, probabilmente perché può dare fastidio a qualcuno...
Quando siamo andati a Cremona, sono rimasto colpito dal pubblico cremonese perché ha applaudito il nostro ingresso sul parquet. Tornando al 10 maggio, non è servito a niente quel dramma sportivo alla fine della partita, che è era stata bellissima, perché, come è giusto che sia, Caserta è rimasta dove merita di stare.
Credo che, per un miglioramento dell’intero sistema, bisogna ripartire da una riforma delle scuole, con maggiori ore di educazione fisica; forse solo così, tra ben 10 anni, avremmo educato tutti i futuri spettatori, che saranno capaci di non insultare più gli avversari, ma applaudiranno e si divertiranno ad andare a vedere un bello spettacolo sportivo.