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Serie A 03/12/2010, 21.17

L'angolo tecnico di Paolo Citrini

L’assistant coach della Dinamo focalizza l’attenzione sul prossimo avversario biancoblu: la Bennet Cantù  

Serie A

 

Terza forza del campionato. Dopo i campioni d'Italia della Montepaschi Siena e la corazzata Armani Jeans Milano, ritengo la nostra prossima avversaria Cantù la terza forza del campionato per una serie di motivi. Primo: la qualità del gioco della Bennet, che ha cambiato pochissimo rispetto alla scorsa stagione puntellando il roster nei punti necessari. I brianzoli giocano a memoria frutto del lavoro dello staff tecnico guidato da coach Trinchieri, non a caso allenatore dell'anno nella scorsa stagione. Secondo: la solidità della squadra che può contare su giocatori di sicuro affidamento che non sbagliano mai due partite consecutive, la capacità di molti di loro di essere adattabili a più ruoli, la loro atipicità e la loro capacità di mettere in difficoltà qualsiasi avversario. Terzo: il loro general manager (che è anche coach) Bruno Arrigoni, preziosissimo non solo nella scelta sempre azzeccata degli stranieri e degli innesti ma anche bravissimo nel lavoro di supporto allo staff e nella capacità di essere d'aiuta anche durante i match.

 

Fattore Pianella.

Non ci sono molti campi in Italia dove conti realmente il fattore campo, Cantù purtroppo è uno di questi. Il Pianella rappresenta senza retorica il vero sesto uomo in campo della Bennet, un ambiente caldissimo in cui i brianzoli si esaltano e rendono al massimo delle loro capacità. Difficile davvero difficile vincere, lo ha potuto constatare anche Siena che si è imposta proprio al fotofnish 75-72 ma sudando le proverbiali sette camicie.

 


Il “Cardinale” detta legge. Non siamo nella rivoluzione francese e nel periodo del "Terrore" ma sicuramente Nicolas Mazzarino, il "cardinale", è lo spauracchio delle difese avversarie. Giocatore di elevatissimo rendimento, passaporto italiano, micidiale nel tiro da 3 punti e nella capacità di essere devastante in transizione e nei momenti chiave, ormai è una delle colonne portanti di Cantù. È lui il punto di riferimento in attacco della Bennet, che poggia molto sulla sua bravura nel giocare il pick and roll.

 


Cantù come un macbook: difesa senza virus. Nel titolo è sintetizzata la capacità di Cantù di giocare come un computer di alto livello, non ci sono stelle assolute ma tutti giocatori in grado di essere funzionali l'uno con l'altro, di giocare per la squadra e soprattutto di sapersi passare la palla in modo eccezionale. La squadra di Trinchieri è forse quella che gioca il miglior basket per capacità di muoversi, di eseguire e di leggere le situazioni in campo. E nella difesa trova una delle sue armi principali, aggressiva, tosta, solida, la migliore del campionato fino a questo momento. È come un computer della “Apple”, il “Mac”, dove non hai bisogno di antivirus speciale, la protezione è già nel computer.

 


Il fenomeno e il fuoriclasse. Per me è uno dei giocatori più bravi visti nel nostro campionato, il prototipo del "fenomeno" moderno di pallacanestro. Sto parlando di Manuchar Markoishivili, visto in Italia a 17 anni e poi esploso definitivamente nella scorsa stagione proprio con la maglia di Cantu'. Capacità di giocare da guardia, da ala piccola, capacità di essere anche playmaker di 2 metri, di difendere, di leggere le situazioni in attacco come un manuale, come da manuale è il suo palleggio arresto e tiro. Miglioratissimo anche nelle uscite, micidiale tiratore da 3 punti, può giocare anche uno contro uno in post basso, è lui a rappresentare la chiave del salto di qualità della Bennet.  Non andiamo molto lontano parlando di un altro autentico fuoriclasse come Marty Leunen, americano bianco nello spot di ala forte, capace di giocare anche eventualmente da ala piccola nei quintetti pesanti, micidiale e devastante nell'aprire il campo e nel tirare da 3 punti. Migliorato molto anche nel gioco interno e nella capacità di andare a rimbalzo, pericolosissimo nel pick and roll sia quando si apre per tirare sia quando finta e si butta dentro contro avversari più lenti.

 


Esperienza nazionale. Due tra i giocatori più esperti del nostro campionato rappresentano una qualità aggiunta per coach Trinchieri, sia il tiratore Michele Mian, sempre bravo a farsi trovare pronto, micidiale nel tiro da 3 punti e nella capacità di difendere e giocare per la squadra, senza dimenticare i centimetri, i muscoli e le mani di seta di Denis Marconato, che nella sua carriera ha girato qualche squadra importante come Treviso, Milano, Siena e soprattutto Barcellona. Sono due giocatori assolutamente fondamentali per vari motivi nello scacchiere di Cantù, assolutamente da non sottovalutare.

 


Regia chiave di volta. Molta della fisicità di Cantù passa anche dalla propria regia, sia nel playmaker Mike Green, ex Ostenda in Belgio, giocatore molto veloce e duttile, fortissimo nell’uno contro uno ma anche con la capacità di fare giocare la squadra e nel suo partner, ovvero il belga di passaporto Jonathan Tabu, talento grezzo, ma già in grado di fornire prestazioni di alto livello. Molta intensità in difesa, due atleti di grandi potenzialità fisiche, nelle ultime partite sono stati loro due la chiave in positivo o in negativo della squadra, da loro passano probabilmente le future fortune di Cantù.

Il più sottovalutato, uno dei più bravi. È sicuramente uno dei giocatori più sottovalutati del nostro campionato, è arrivato in punta di piedi senza troppo credito, ora rappresenta a mio modo di vedere uno dei giocatori più affidabili e concreti della Lega A. Sto parlando di Ben Ortner, che Meo ha anche avuto a Udine, mancino molto dinamico, bravissimo nel buttarsi dentro nel pick and roll, capacità di andare e prendere posizione a rimbalzo, ma soprattutto migliorato molto nel gioco spalle a canestro

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E. Carchia

E. Carchia

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