Dexter Pittman: 'Qui a Bologna cerco uno chef personale'
Pittman racconta della sua evoluzione a point center e della sua perdita di peso
Dexter Pittman è l'uomo del momento a Bologna. Il giocatore ha rilasciato una bella intervista al Corriere di Bologna, dove ha racontato dei tabelloni spaccati, dei problemi di peso e della sua evoluzione a point center:
Differenze tra LeBron e Durant «Durant è un animale da palestra, ci dormirebbe anche e lavora duro come nessuno. Al college dopo 4 ore di allenamento pesantissimo mi telefonava e mi diceva di tornare in palestra a tirare i liberi. Era sempre lì, ha costruito la sua storia più sul lavoro che sul talento. LeBron non ha bisogno di lavorare così tanto, perché Dio gli ha dato in dono quel talento. LeBron è come Superman, fino a poco tempo fa c'erano lui e Bryant, poi tutto il resto della Nba, adesso c'è lui e tutti gli altri sono su un piano più basso. È un grande insegnante, mi ha aiutato tantissimo e se in difesa parlo tanto per dirigere i compagni è grazie a lui. Sul campo poi è di un altro pianeta, è un giocatore di grande intelligenza, solo Chris Paul è al suo livello sul piano della conoscenza del gioco, vede le cose prima degli altri»
Point Center «Mi piace essere una sorta di "point center", un pivot che fa gioco, come Marc Gasol. Non ci sono più i centri dominanti alla Shaq, io cerco di portare vantaggi alla squadra in tanti modi. Poi se ho la possibilità di sfruttare la mia stazza per fare canestro non mi tiro indietro»
Chef personale «Ogni volta che andavo al ristorante, chiamavo Todd (Wright, il preparatore atletico di Texas) e gli leggevo il menù. Lui mi diceva cosa mangiare, non avevo grosse privazioni ma dovevo fare attenzione. Potevo mangiare hamburger ad esempio, ma senza salse e stando attento alla dimensione. Tutto quello che era più grande del mio pugno dovevo tagliarlo via. È stato un investimento su me stesso, mi sono fatto seguire da uno chef e da un nutrizionista e anche qui a Bologna ora sto cercando uno chef personale»
Rottura dei tabelloni «Ne ho già spaccati cinque»
Sexy Dexy «Cominciarono a chiamarmi così i tifosi che mi incrociavano nel campus di Texas. Mi è piaciuto, esistono soprannomi peggiori»