Un Santo patrono per i cestisti? In arrivo a Porretta Terme
In arrivo pellegrinaggi a Porretta Terme, ecco il Santuario del Cestista
Non si sono mai visti tanti devoti, e così poca devozione, come in Italia. Tuttavia bisogna confessare che sono di una devozione che incanta: un uomo può anche mantenere una puttana, ma non perderà mai una messa, per nessuna cosa al mondo".
Perdonatemi la volgarità, ma non sono mie parole, bensì quelle scritte sul diario di tal Charles-Louis de Secondat, barone de La Brède e di Montesquieu. Per gli amici e per chi, come me, ha grossi problemi a ricordarsi un qualsivoglia nome, si tratta dell'illuminista Montesquieu. Il tutto è riportato con minuziosa attenzione nel suo diario “Viaggio in Italia” dove sua signoria discese tra il 1728 e il 1729.
280 anni e spiccioli dopo non abbiamo subito troppi cambiamenti, almeno a livello di mentalità e di cosa i paesi stranieri scrivano sul nostro conto.
Non sono qui per stare a ciarlare sul libro di Montesquieu, che sconsiglio di leggere a meno che non dobbiate preparare un esame di storia moderna, ma per parlare della devozione degli italiani e sul loro senso di religiosità.
Spesso non intendiamo bene il messaggio
E che c’entra col basket? Lo scorso 19 Aprile, con l’immancabile patronato del presidente della FIP e di Giovanni Petrucci, Porretta Terme è divenuta per un giorno “Capitale del basket” grazie a "Madonna del Ponte" celebrata ufficialmente come Santa patrona della pallacanestro italiana. All’iniziativa erano presenti, oltre a personaggi religiosi, anche diversi sportivi, l’ex presidente della Fortitudo Giancarlo Tesini, il Presidente dell'Associazione Pistoia Basket 2000 Roberto Maltinti, i rappresentanti di Virtus Bologna, Fortitudo, Basket Pistoia e del CSI.
Senza farla troppo lunga e diventare un libro di Storia dell’Arte (anche se forse arte proprio non è): “Il Santuario della Madonna del Ponte dal 1956 ospita al suo interno il Sacrario del cestista, simboleggiato dalla sculta di un giocatore di pallacanestro su cui domina un pallone a spicchi”. Detta così sembra un Michelangiolo, ma lasciamo perdere.
Ora non è ben chiaro il motivo per cui sia riemersa questa voglia di avere a livello cestistico un sacrario da tutti riconosciuto. L’unico precedente a livello sportivo esiste nella famosa Madonna del Ghisallo proclamata Patrona del ciclismo nel 1949 e divenuta importante anche perché protagonista nei tracciati a due ruote e tappa inserita spesso nel Giro d’Italia.
La ragione per cui il sacrario dovrebbe esistere è perché: “Oltre a vedere accresciuta la sua primaria funzione religiosa come luogo di venerazione, potrà innanzitutto contribuire alla promozione educativa delle giovani generazioni dedite alla pratica sportiva.”
Ora, provando ad essere super partes, non capisco quanto questa mossa sia di facciata o, al contrario, qualcosa di meditato e di voluto senza secondi fini. Perché, come ricordava Montesquieu, la distanza è breve.
È anche vero che sempre più spesso si vedono giocatori, specialmente nella National Basketball Association, esprimere la loro devozione con tatuaggi dove sono riprese frasi della Bibbia e account Twitter dove la prima frase che si legge nella descrizione è un “God First”. Basti pensare che lo stesso MVP della regular season Stephen Curry ha fatto suo un celebre versetto della lettera ai Filippesi di San Paolo: ‘I Can Do All Things Through Christ’.
God First pure per Pau
Da capire e comprendere bene lo scopo e la risonanza che potrà avere il santuario del cestista in un campionato di basket dove sempre più spesso le squadre cambiano ogni anno e quindi dove i giocatori, specialmente quelli d'oltreoceano, dovranno essere informati al loro approdo in Italia se vorranno visitarla; allo stesso tempo invece in categorie inferiori, come il CSI, le prime divisioni, purtroppo le bestemmie sono dei congiuntivi e quindi dubito che decideranno di andarvi in pellegrinaggio.
Buon punto d'inizio però che il 24 giugno, una rappresentanza della FIP (tra cui il vicepresidente Gaetano Laguardia) insieme ad una delegazione di Porretta Terme, abbia partecipato ad un’udienza generale di Papa Francesco a Roma dove sono riusciti ad ottenere la benedizione per la lampada votiva che verrà messa all’interno del santuario.
Dulcis in fundo, il dolce epilogo, è sapere che proprio Jorge Bergoglio si è innamorato per primo non del tanto decantato San Lorenzo, ma del basket dove si dedicò nella palestrina del Viejo Gasometro, la casa sempre del San Lorenzo Basket.
Il Papa è pronto ad installare un Playground in Vaticano
A questo punto non ci resta che sperare che con la benedizione papale si rialzi anche l’intero movimento cestistico italiano. Qualcuno direbbe “spes contra spem”.
Di Francesco Guidotti
Twitter: @FraGuidotti