Spanghero: A Trento non più in condizione di giocare con continuità
Spanghero spiega i motivi dell'addio a Trento
Marco Spanghero, il perché del suo addio lo ha già spiegato giovedì, ma la quadratura del cerchio fatica ancora a emergere. Ci vuole spiegare come sono andate le cose?
Il perché è presto detto. Ho deciso di andare via perché a Trento non c’erano più le condizioni di giocare con continuità e di continuare il percorso di crescita in Serie A che avevo iniziato lo scorso anno. Si sono sentite dire tante cose in questi giorni: non è affatto vero che io ho espressamente chiesto di giocare 30’ a partita, ma mi sono semplicemente accorto che qui non era più possibile fare quel salto di qualità che invece sento di poter realizzare.
Quindi attorno a lei non sentiva più la fiducia dell’ambiente?
No, questo non è vero. Trento è casa mia e con Traintotti c’è un rapporto davvero fantastico, lo considero quasi come un secondo padre. Il problema è invece un altro: chi tira le redini della squadra aveva dimostrato di non voler più puntare su di me. Se il contesto fosse stato quello della scorsa estate io sarei rimasto a Trento a occhi chiusi, quando invece ho capito che non sarebbe più stato così ho deciso di cambiare strada. Nel giro di un paio di anni voglio dimostrare di meritare un ruolo da playmaker titolare in Serie A, ma per fare questo ulteriore salto di qualità devo poter contare su di una maggiore considerazione.
Ci pare di capire dalle sue parole che il problema fosse con Buscaglia. È corretto?
Non voglio fare nomi, vi dico solamente che la persona che deve decidere il minutaggio non mi avrebbe più dato ciò che invece io mi sarei aspettato di meritare.
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