Fabio Corbani: Allenare Cantù è un motivo d'orgoglio
Il coach presentato a Cantù
Si è tenuta oggi, nella stupenda sede della MIA, a Figino Serenza, la presentazione ufficiale del nuovo allenatore dell’Acqua Vitasnella Cantù, Fabio Corbani.
A fare gli onori di casa il titolare della MIA e socio della Pallacanestro Cantù, Davide Marson: “Sono felice di ospitare nella mia azienda questa presentazione. L’entusiasmo che l’arrivo di Fabio ha suscitato in tutti noi è stato molto grande e lo dimostra l’applauso che gli hanno dedicato tutti i miei dipendenti”.
Ad intervenire è stato dunque il Presidente della Pallacanestro Cantù, Anna Cremascoli: “Per prima cosa voglio ringraziare la Pallacanestro Biella e il suo Presidente Massimo Angelico. Una società a noi amica che, nonostante un contratto in essere, ci ha permesso di contattare Corbani e di proporgli di venire ad allenare in Serie A. Quando abbiamo sentito Fabio gli abbiamo esplicitamente detto che se avesse accettato la nostra proposta avrebbe dovuto rinunciare al suo incarico di assistente in nazionale Under 20. E’ stata una mia richiesta che è stata subito accettata e per questo ringrazio Fabio per aver rinunciato a qualcosa e Pino Sacripanti, sia per quello che ha fatto in questi anni a Cantù, sia per essersi prodigato all’interno della federazione per far si che il suo vice potesse subito lasciare il ritiro. Sappiamo di avergli creato un piccolo problema, ma Pino come sempre è stato molto collaborativo. Ringrazio ovviamente anche la Federazione che ci ha dato la possibilità di avere immediatamente il nostro allenatore a Cantù, cosa che per noi è davvero importante”.
“Io – ha aggiunto l’ing. Cremascoli - amo seguire gli allenatori e i giocatori italiani. Era da qualche tempo quindi che mi interessavo a Fabio che era un po’ un mio pallino. Conosco le sue caratteristiche e sono sicuro che come qualità umane e tecniche sia l’allenatore adatto alla nostra società e al mio stile di pensiero. Sarà un anno non facile dal punto di vista sportivo perché la realtà dei fatti è che, se consideriamo gli introiti, Cantù non si potrebbe permettere una società in Serie A. Fortunatamente ho trovato un gruppo di soci appassionati che mi affiancano in questa “follia”. Andremo dunque avanti con quello che abbiamo a disposizione e ciò significa che avremo un budget molto ridotto e che punteremo alla salvezza che per noi sarà un grandissimo traguardo. L’entusiasmo non è minimamente scemato rispetto a prima, anzi siamo carichi per questa nuova stagione. L’importante è comprendere i mezzi che abbiamo a disposizione, non fare passi che non possiamo concederci ed essere soddisfatti di ciò che potremo raggiungere”.
La parola è dunque passata al Direttore Sportivo della Pallacanestro Cantù, Daniele Della Fiori: “Do anche io il benvenuto a Fabio Corbani ringraziando Pino Sacripanti per il lavoro svolto in queste due stagioni. Oggi si apre un capitolo nuovo e siamo contenti di aver Fabio come coach. In questi anni abbiamo seguito il suo operato apprezzandone la determinazione, la sua idea di pallacanestro e il fatto di sapersi adattare al materiale a disposizione. Questo lo ha portato a disputare ottime annate a differenti livelli. Corbani è un esordiente un po’ anomalo in Serie A perché ritengo che non abbia allenato al massimo livello per una serie di circostanze e per scelta e che abbia l’esperienza giusta per guidare la nostra squadra. Tutti dicono che è molto bravo a lavorare con i giovani e questo credo sia un valore aggiunto. Adesso ci metteremo al lavoro. Non siamo preoccupati perché Cantù in questi anni ha fatto scuola per la solidità della società e quindi abbiamo un’ottima reputazione come club. Questo deve essere la nostra forza. Giustamente si fa con quello che si ha, ma il nome della Pallacanestro Cantù è una garanzia”.
Ultimo a intervenire il nuovo allenatore dell’Acqua Vitasnella, Fabio Corbani: “Devo ringraziare Anna e Daniele per le bellissime parole e Pino e la federazione per avermi permesso di iniziare subito questa nuova avventura. Sono onorato di essere arrivato alla Pallacanestro Cantù visto che questa società è la storia della pallacanestro italiana ed europea. Esserne il coach è per me motivo di grande orgoglio. Ho ricevuto messaggi e telefonate da chiunque, comprese persone che non conoscono nulla di basket. Un mio zio che vende tendaggi e credo non si sia mai interessato di questo sport mi ha mandato un messaggio di auguri perché ha letto la notizia su un quotidiano nazionale. Cantù è un mondo di cui tutti sognano di far parte. Sono davvero emozionato e non vedo l’ora di iniziare perché il campo è quello che mi regala più soddisfazioni.
Quale è la tua idea di pallacanestro?
E’ una domanda lecita. Di solito si risponde vogliamo essere aggressivi in difesa e fare contropiede. Io la vedo un po’ diversamente. Sicuramente ho le mie idee di pallacanestro sia offensive che difensive, che però vengono azzerate nel momento in cui mi devo confrontare con i giocatori che ho a disposizione. Ogni anno hai elementi diversi da allenare e anche quando confermi qualcuno le sue prestazioni possono cambiare a seconda dei compagni di squadra. Ambiente, compagni e allenatore determinano il rendimento di un singolo giocatore e il modo in cui tu puoi metterlo in campo. Tutte queste variabili sommate creano un’idea di pallacanestro che va adattata e sistemata guardando i ragazzi che si allenano. Con il mio staff dovremo trovare le cose che mettono i giocatori a loro agio, amplificando le loro qualità per poi lavorare sugli aspetti in cui invece sono deboli. Queste cose vanno considerate giorno dopo giorno nella costruzione di una squadra.
Hai la fortuna di conoscere già alcuni giocatori.
Conosco Abass, Laganà, Bloise e anche Maspero che ho allenato in nazionale. Però, come dicevo prima, Laganà può essere un giocatore differente se schierato insieme a Raspino a Biella o a Cantù con compagni diversi. Dovremo avere la capacità di capire quali possono essere le situazioni migliori per lui che magari possono essere differenti dal passato.
Cosa ti ha detto Sacripanti?
In questi giorni abbiamo avuto pochissimo tempo per parlare perché tutto è accaduto in poche ore. Lavoravamo insieme con il gruppo della nazionale e poi, durante i momenti di pausa, lo aggiornavo su cosa stava succedendo. Sono stato avvisato in maniera molto corretta dal Presidente Massimo Angelico, che devo ringraziare, di questo interesse di Cantù. Dopo la chiacchierata con Daniele ho informato Pino che la trattativa si stava concretizzando.
Ovviamente Pino mi ha parlato solo bene di Cantù che è la sua città e la squadra che ha allenato a più riprese con ottimi risultati. Con lui ho condiviso negli ultimi cinque anni il percorso con la nazionale Under 20 raggiungendo traguardi importanti e con lui c’è un rapporto di stima tecnica ed amicizia.
Nella costruzione della nuova formazione si punterà molto sugli italiani?
La squadra è ancora in divenire. Abbiamo parlato finora di Abass e Laganà. Il problema è che i giocatori italiani non sono tantissimi. Ogni allenatore ha ovviamente delle proprie preferenze, ma questi giocatori, essendo pochi, piano a piano vanno a riempire le caselle dei roster di ogni formazione. Ci piacerebbero tante cose però bisogna scontrarsi con le logiche di mercato che vanno valutate giorno per giorno.
Se potesse chiedere una conferma chi sceglierebbe della squadra dell’anno scorso?
A me piace allenare qualunque giocatore. Ho grande passione per la pallacanestro e sono affascinato dalla personalità tecnica e umana dei giocatori per cui mi piace conoscere persone nuove. Detto questo la domanda non è facile perché Cantù aveva a disposizione quest’anno elementi molto interessanti. A inizio anno in Valtellina ho assistito a un’amichevole dell’Acqua Vitasnella e sono rimasto colpito dall’energia e dal tasso atletico.
Chi porterebbe con sé dall’Angelico Biella?
La domanda è tendenziosa perché tutti dicono Voskuil che mi ha sempre seguito in Italia… In realtà sono affezionato a tutti i giocatori che ho allenato e questo è un limite perché tengo a giustificare i loro difetti. Li porterei tutti con me, perché conoscono le mie abitudini e ciò che mi rende felice o che mi fa innervosire, però bisogna calcolare altre esigenze e il livello che è differente.