Cantù: Della Fiori e Sacripanti tracciano un bilancio della stagione
Cantù ha raggiunto i playoff all'ultima giornata
Il primo a intervenire è stato proprio il D.S. bianco- blu: "Siamo molto contenti per il raggiungimento di un risultato davvero importante come la qualificazione ai playoff. E' stata una stagione sofferta e complicata sin dall'inizio anche per via delle forti aspettative che giustamente giocare in una piazza come Cantù comporta. Non abbiamo raggiunto per una sconfitta le Final 8 di Coppa Italia, ma abbiamo centrato gli altri due obiettivi facendo meglio del previsto in Eurocup, cosa che forse è passata un po'sotto traccia, e arrivando ai playoff. Ora affrontiamo una grandissima squadra come l'Umana Venezia. Ovviamente non ci accontentiamo anche se la Reyer ha dimostrato di essere superiore a noi. Vogliamo giocarcela nel migliore dei modi e vedremo quale sarà il verdetto del campo. Eravamo consci che a inizio campionato avremmo potuto fare fatica, anche per via della Coppa che ha spezzato il lavoro di cui il gruppo aveva bisogno. Il roster però è stato costruito in questo modo proprio in funzione dell'Eurocup, perché il doppio impegno comportava avere un roster più lungo con qualche scommessa".
"Mi piacerebbe - ha aggiunto Daniele Della Fiori - che nei playoff si azzerasse tutto e che la piazza vivesse con serenità e gioia un obiettivo centrato e una serie che vedrà minimo 3 partite e in cui vogliamo giocarci le nostre carte nel modo migliore possibile. Sono certo che il pubblico spingerà la squadra riconoscendo in questo gruppo, che qualche volta ci ha fatto mettere le mani nei capelli, doti come la voglia di lottare e la dedizione che sono caratteristiche che sono sempre state apprezzate a Cantù. Dobbiamo approcciarci ai quarti di finale con serenità e il desiderio di provare a stupire".
La parola è quindi toccata al coach dell'Acqua Vitasnella, Stefano Sacripanti: "Credo sia giusto fare oggi un punto sulla regular season che si è conclusa, così come era successo alla fine del girone di andata. Non avevamo raggiunto l'obiettivo delle Final 8 di Coppa Italia e ci sentivamo in colpa con i nostri tifosi per non aver raccolto tutto quello che potevamo. La sconfitta contro Roma ci aveva fatto perdere una Final 8 a cui tenevamo. In estate avremmo potuto prendere dei giocatori dall'usato sicuro per avere qualche sicurezza in più, ma un minore potenziale. Noi invece, in accordo con la proprietà, avevamo scelto di costruire una squadra molto nuova e coraggiosa con tanti elementi che non conoscevano il campionato italiano, ma in cui avevamo visto potenzialità atletiche e fisiche. La speranza era che l'insegnamento della pallacanestro nel tempo portasse ad avere un valore aggiunto per raggiungere gli obiettivi che ci eravamo prefissati. Abbiamo preso un rischio, convinti che il lavoro in palestra e la volontà ci avrebbe dato dei frutti, e abbiamo disputato un Eurocup di primissimo livello. Erano anni infatti che Cantù non superava due turni in Coppa, cosa che secondo me non è stata abbastanza considerata. In Eurocup abbiamo battuto squadre forti e siamo usciti con Kazan dimostrando comunque grande impegno".
"E' chiaro - ha aggiunto l'allenatore canturino - che, visto che il nostro gruppo aveva potenzialità fisiche e atletiche, ma anche tante scommesse e con una conoscenza del gioco europeo non approfondita, il lavoro in allenamento contava moltissimo. La Coppa ci ha regalato enormi soddisfazioni, però ci ha tolto tanto tempo tra viaggi e partite. Non è un caso che Roma e Cantù, che sono quelle che hanno fatto meglio in Europa, abbiano poi incontrato delle difficoltà in campionato. Una volta conclusa l'Eurocup ci siamo chiusi in palestra e, nonostante un po' di scetticismo, abbiamo disputato un girone di ritorno in cui abbiamo vinto 9 partite su 15. Nel ritorno siamo arrivati quinti e abbiamo battuto in casa Milano e grazie a una grande crescita dei giocatori. La nostra è una squadra ancora imperfetta, che commette degli errori e che può migliorare tanto. E' una formazione che ha alternato momenti di buona pallacanestro ad altri peggiori e che ha commesso delle stupidate a livello gestionale. Se avessimo vinto a Brindisi e Pistoia, dove abbiamo perso all'ultimo secondo, avremmo un record di 11 successi su 15 nel ritorno. Ogni tanto abbiamo commesso degli scivoloni come a Sassari o a Venezia, ma mi sembra che l'iter di crescita della mia formazione sia evidente. Trovare un equilibrio non è stato facile e per farlo ci è voluto tempo. Voglio ringraziare lo staff che ha lavorato con me perché ci sono stati diversi fattori tecnici e tattici che sono cambiati.
E' sicuramente stato bravo Daniele perché noi non siamo arrivati qui perché abbiamo ingaggiato Metta World Peace, però Metta ci ha aiutato tanto. E' stato un ottimo investimento sia a livello mediatico sia sul campo. Anche il suo ingaggio è stato una mossa coerente con la costruzione del roster e con un tasso di rischio alto. Metta non è stato un boom solo per la visibilità, ma anche dal punto di vista cestistico. In questo sono stati bravi i preparatori e la squadra, in cui lui si è inserito al meglio con notevole professionalità".
"La squadra - ha proseguito coach Sacripanti - ha iniziato la stagione con delle lacune che ci attendevamo. Forse il precampionato ci aveva un po' illuso, ma il basso tasso di esperienza ci ha fatto incontrare qualche difficoltà. In difesa c'erano molte carenze: sul lato forte e debole, sulla difesa sui blocchi, sul pick and roll e sul pick and pop, sulle rotazioni sul lato debole e su come collassare in area. Nessuna formazione in avvio di campionato ha delle regole difensive, ma noi avevamo qualche mancanza proprio a livello cestistico. Ora la difesa è diventata molto più solida e noi abbiamo delle certezze tecniche e tattiche costruite ogni giorno con il lavoro sul campo. Durante l'anno inoltre ci sono stati alcuni cambiamenti. Abbiamo spostato Darius da play a guardia, anche se in certe situazioni può ancora portare palla, abbiamo attribuito a Stefano una maggiore responsabilità ritagliando un doppio ruolo per Feldeine. Soprattutto abbiamo insistito sulla necessità di mettere la palla in post basso chiudendo i triangoli per poter utilizzare Sherma, Eric ed Ivan. E' stato un grosso impegno per una squadra che non ha fini passatori. Tutti i giorni ci siamo concentrati inoltre sull'attacco alla zona anche se è vero che qualche volta ci abbiamo sbattuto la testa. C'è stata qualche scommessa persa, ma ci sono state tante cose belle. La crescita di Ivan, il primo anno di Abass da capitano, in cui è migliorato tanto, pur con alti e bassi. Eric ha concluso con noi una stagione rimanendo costante e abbiamo trovato un ruolo da specialista difensivo a DeQuan Jones".
"E' chiaro - ha terminato l'allenatore dell'Acqua Vitasnella - che siamo a Cantù e che le aspettative sono alte. Negli ultimi 15 anni solamente due volte questa società non ha raggiunto i playoff. Entrare nei playoff è dunque non solo un obiettivo, ma quasi un dovere. Credo che i giocatori lo abbiano compreso perché volevano raggiungere la post season a tutti i costi. Non voglio dire che la nostra è una squadra di santi o che lo sia l'allenatore, ma c'è sempre stata volontà e dedizione. Ora vogliamo giocarci questi playoff. Adesso arriva il bello o il brutto di una stagione. Possiamo perdere 3 a 0 come vincere 3 a 0 perché ora si azzera ogni cosa. Le motivazioni, l'adrenalina, un po' di fortuna e di voglia di vincere, ma anche il saper dimenticare la partita passata per pensare a quella successiva sono la chiave. Affrontiamo una squadra che è favorita rispetto a noi e lo dice la classifica. La Reyer ha un'esperienza e una profondità notevole, aumentata con l'arrivo di Pietro Aradori. Nello stesso tempo noi abbiamo fatto tanta fatica per arrivare fino a qui e vogliamo provarci con tutte le nostre forze. Siamo orgogliosi di aver raggiunto i playoff e vogliamo giocarci un campionato nuovo. Dobbiamo essere bravi con il nostro pubblico a conquistare le due partite casalinghe. Vedremo poi se saremo capaci di compiere un colpo esterno".
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