Mika Vukona si presenta: La Virtus per me è un grande traguardo
Le parole del neozelandese, neo arrivo in casa Virtus
Dopo aver completato le visite mediche e ultimato l'iter per il tesseramento, nel primo pomeriggio Mika Vukona prenderà parte al primo vero allenamento con la squadra. Di seguito le sue prime parole da giocatore della Virtus.
Mika, benvenuto in questa nuova avventura alla Virtus. Quali sono le tue prime sensazioni? «E' bellissimo, quasi non ci credo ancora. Sono molto contento di essere arrivato qui in Italia e di poter far parte della squadra di Roma. La Virtus per me rappresenta un grande traguardo, sono molto contento di essere qui».
Raccontaci il primo contatto con i nuovi compagni e con lo staff.
«L'impatto è stato molto positivo, ho visto che il coach fa lavorare la squadra molto duramente e questo mi piace davvero molto. Tutti i giocatori sono davvero competitivi, non vedo l'ora di poter scendere in campo insieme a loro».
Quali sono le tue caratteristiche principali?
«I miei punti di forza sono la capacità di aiutare la squadra difensivamente e a rimbalzo, l'aggressività e il non mollare mai. Questo è il contributo che voglio dare alla Virtus in queste ultime 3 partite di regular season e, mi auguro, nei playoff».
Conosci la Serie A?
«Non ho seguito molto il campionato italiano quando ero in Nuova Zelanda, ma nel momento in cui ero vicino a firmare ho guardato dei video. Credo che la Virtus abbia buone chance per raggiungere i playoff. Dovremo lottare, cercare di fare del nostro meglio per finire nella migliore posizione possibile».
Cosa pensi della Capitale?
«Semplicemente magnifica. Finora l'ho conosciuta soltanto leggendo libri e guardando film, è molto bello camminare per le strade di Roma, qui c'è tanta storia. Non vedo l'ora di poter scoprire le bellezze di questa città».
C'è qualche giocatore o qualche personalità a cui ti ispiri?
«Sicuramente gli All Blacks nel rugby sono una fonte di ispirazione. Nel basket direi che il coach Nenad Vucinic, che ha giocato nei Tall Blacks e ora ne è l'allenatore, ha influenzato molto la mia carriera».
Dicci qualcosa di te al di fuori del parquet.
«Sono sposato e ho due figli, di 6 e 3 anni. Nel tempo libero mi piace rilassarmi, uscire, mangiare, guardare film e stare con i miei bambini».
Il video della Haka della Nuova Zelanda contro Team USA ha fatto il giro del mondo. Cosa hai provato in quel momento?
«Fare la Haka davanti alla Nazionale degli Stati Uniti è stato pazzesco. C'era tanta emozione perché affrontavamo la squadra più forte al mondo e abbiamo riversato tutta l'energia e i sentimenti che provavamo in quella Haka. Da noi, in Nuova Zelanda, la Haka è una tipica danza che serve a impressionare l'avversario che hai di fronte».