Armani, buona la prima ma che fatica!
Serve un Mancinelli monstre per battere una Tercas Teramo coriacea.
Milanesi vittoriosi 83-89 dopo un supplementare
Esprimere giudizi sul possibile esito del match tra Tercas Teramo e Armani Milano sembrerebbe, sulla carta, piu’ semplice che arrivare al Palascapriano, visto il traffico.
In realta’, queste partite spesso regalano sorprese, specie se collocate ad inizio stagione, dove i valori teorici sono tutti da dimostrare e l’effetto sorpresa sta sempre in agguato.
E allora: "wish the best" per la prima assoluta del nuovo Campionato, e che sia spettacolo.
Parte piano il nuovo Swing: 5’ giocati e 10-5 Teramo con triple di Zoroski e Fletcher a ripulire la sua area, Milano e’ tutta Mancinelli, mentre il risveglio di Finley e Hawkins producono una prima ricucitura.
Sul 15-11 Bucchi chiede timeout, ma l’inerzia e’ amica di Zoroski che timbra il +7 massimo vantaggio al 7’.
Fa pressing Teramo, aggredisce Milano che va in apnea, Zoroski in panca e si riparte. Boscagnin si spende su Hawkins, Jaaber assaggia il parquet e Milano ricuce 20-18 (semigancio di Rocca) a 100" dal primo minibreak, che si chiude con una tripla importante di Hawkins a contabilizzare il 22-21 per la Tercas.
Ancora Zoroski di tripla (sono 3/3) apre il secondo tempino, Jaaber impreciso in regia meneghina ma Rocca sembra implacabile (6p per lui so long, miglior realizzatore dei suoi). Spazio al Capitano Lulli, 25-23, ora si gioca ravvicinati, Teramo ha perso la verve iniziale cui si e’ affidata per impostare il primo allungo.
Infatti gli errori si moltiplicano e Capobianco "rischia" (si fa per dire) Polonara in un mismatch di kg con Pecherov, quindi Zoroski dice 4/4 dall’arco e gli abruzzesi respirano.
Timeout di riflessione.
Al 14’ Rocca (esemplare fin qui) marca il -1 che perplime l’ininterrotto tifo locale: inizia una nuova partita nella partita e secondo noi l’inerzia ce l’ha l’Armani.
Hall sbaglia facile, Polonara prende rimbalzo offensivo e quasi un fallo + canestro: viaggio in lunetta che riporta i suoi a +4.
Ma e’ questione di tempo e Petravicius porta Milano avanti per la prima volta, ed e’ una logica conseguenza del fatto che gli ospiti traggono piu’ beneficio dalle rotazioni, mentre i ragazzi di Capobianco hanno capitalizzato tutti e soli gli exploit di Zoroski mentre Hall latita.
34-36 a-1’ dall’intervallo lungo, pareggia un CORAGGIOSO Polonara con un tiro dalla media prima di uscire tra gli applausi.
Sirena sul 38-39 Milano.
Ci vanno 5 punti in fila di Hall a rinvigorire la vis pugnandi della compagnie abruzzese (pari 43) finche’ un paio di fischi-non fischi contestati dai locali, ed una controcinquina di Mancinelli non riportano Milano al massimo gap favorevole: 43-48 al 23’.
Teramo paga a rimbalzo e non ha praticamente contributo dalla panca, e allora e’ apnea: ancora Mancio e siamo a temperature polari (43-53).
Capobianco chiama timeout per generare qualche coniglio dal cilindro, qualcosa che non siano le ormai solite triple di Zoroski (al momento 15 tutti da fuori) e che non si fondi sull’altalena di Hall che ha talento ma, almeno stasera, poca costanza.
Allora tocca al tifo locale (un muro biancorosso) tentare di caricare i propri beniamini: spunto che fa bene a Boscagnin e Diener: 2 triple e via a respirare 52-55 dopo 26’.
Stavolta e’ Bucchi a chiamare minuto.
Boscagnin bissa la tripla, Diener lo accompagna da 2 e sono loro, adesso, la spina dorsale del reflusso teramano (57-57).
Poi ci si mette Bucchi a protestare quel tanto che basta a meritarsi il tecnico che frutta il sorpasso per Teramo.
Hawkins e’ tra i migliori ma va in panca, rientrano Rocca e Pecherov, Capobianco rilancia con Shaw alzando non poco il quintetto e affidando la regia ad Ahearn, e adesso sembra una partita a scacchi tutta da guardare perche’ il terzo quarto segna un 59-60 tutto da decifrare.
Puo’ decidere Hall (tripla sul filo per il +2), come potra’ essere Hawkins l’ago della bilancia.
Sta di fatto che l’ultima frazione e’ da nervi saldi, ed ogni black-out avra’ meno minuti per essere compensato.
Quindi, per non saper ne’ leggere ne’ scrivere, Hall fa altri due canestri pesanti rintuzzando le penetrazioni di Finley e Mancinelli, riporta i suoi a +4 (68-64, 33’), quindi e’ grave l’antisportivo comminato a Jaaber, perche’ il gioco potenziale da 4 punti diventerebbe zavorra per i milanesi.
Infatti l’1/2 di Fletcher E la tripla, l’ennesima complessiva, di cecchino-Zoroski, fiondano la Tercas a +8.
Non e’ facile, Mancinelli si butta dentro a testa bassa, dentro anche Hawkins, ma Teramo adesso ci crede e, come per la proverbiale coda della tigre, non vuole mollare l’inerzia, Capobianco si mantiene ad uomo a costo di spendere falli.
Mancano 4’ (75-70): Bucchi e’ inquieto, Diener sceglie male la soluzione d’attacco, Palla Milano.
Si va su Mancinelli ed e’ (quasi) sentenza: +3 Teramo.
Doppio Play (Jabeer-Finley) per l’Armani, il 75 pari ha luogo con 100" da giocare e tanta fibrillazione da vivere.
Soffre Diener, in attacco ed in difesa, Mancinelli NON si ferma e addirittura mette un triplone spezzagambe a -50".
Falli sistematici. E Fischi. Un Muro. Possesso teramano con 26" ed un punto da recuperare.
E quando e’ "rien ne va plus", in genere la palla la dai al tuo maggior talento: Mike Hall prende fallo e va in lunetta (-15"), 1/2 parita’ a 78.
Finley decide allora di incartarsi nell'ultimo possesso e sono supplementari!
In genere l’overtime premia chi ha saputo arrivarci per il rotto della cuffia: stavolta non c’e’ una squadra in particolare che debba ringraziare, forse Teramo che e’ stata graziata dall’ultimo possesso.
Comunque per non sbagliarsi Mancinelli ne fa altri 4 in fila, ribatte Hall (fallo+canestro).
Ma con la benzina al limite e il pathos alle stelle, meglio le scelte facili: ecco perche’ le soluzioni dall’arco non sono premianti per Teramo, che scende -5 (bravo Rocca)e palla agli avversari quando manca 1’ e qui servirebbe un miracolo.
Che non arriva: palla persa e Milano festeggia.
Teramo puo’ forse recriminare di non aver capitalizzato con lucidita’ il controbreak nel quarto finale, ma l’Armani e’ stata piu’ squadra e Mancinelli MVP ne e’ il fiore all’occhiello.
83-89 il finale.