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Serie A 30/09/2010, 11.25

Bennet Cantu', parola ad Andrea Trinchieri

Nel corso di un'intervista concessa al quotidiano Tuttosport, l'allenatore dei  brianzoli afferma: "Cantù resterà ad alto livello. Abbiamo cambiato poco e bene"

Serie A

Dopo Caorle, il "Lombardia", rinato per merito dell'Aurora al PalaDesio, in quella che è anche ìa "casa" delle magnifiche farfalle d'oro della ginnastica. Alla fiera del precampionato, la Bennet Cantù sta facendo incetta di trofei. Conta poco, a tre settimane circa dal campionato. Infortuni e stati di forma dissimili fanno sì che i risultati siano da prendere con le molle, però vincere è sempre meglio che perdere (Catalano di televisiva memoria docet), soprattutto se si diffonde una sensazione di maturità e consapevolezza affatto nuova. Insomma: Cantù è tosta, anche più tosta dello scorso anno, chi vuole ereditare uno scettro che Siena farà di tutto per non mollare dovrà fare i conti con i brianzoli. Andrea Trinchieri, giovane coach che qualche mese fa ha riportato la Brianza alle semifinali-scudetto, saggiamente preferisce buttare acqua sul fuoco dell'entusiasmo: «Attenti, ogni medaglia ha due lati: Cantù sembra ancora più bella perché come stato di forma è un po' più avanti di altri, che magari a Desio avevano diverse assenze (anche a noi, però, mancavano Micov, che sta smaltendo un'operazione di menisco, e il play di riserva Tabu, fermato da un piccolo guaio muscolare). Poi, per carità, sognare è bello e anche gratis, aiuta a vivere meglio, ma non vanno confusi i sogni con la realtà". Vietato, allora, parlare di scudetto: «Il nostro obiettivo è quello di stabilizzarci fra le squadre di alto livello, fra il quarto e il sesto posto. Ci avvantaggia aver conservato quasi per intero la squadra dello scorso anno, una rivoluzione per Cantù, in passato quasi sempre costretta a lasciar andare i suoi figli migliori. Stavolta abbiamo investito i nostri soldi alzando un pochino l'asticella, cambiando registi e centro titolare ma tenendo tutto il resto». Confermati capitan Mazzarino, Markoishvili, Micov, Leunen, Ortner, Urbutis e Mian, sono arrivati Mike Green, playmaker di Butler College con esperienze in Turchia e Belgio, e Jonathan Tabu, play-guardia della nazionale belga. Una curiosità: i due si conoscono bene, si sono affrontati nella finale-scudetto fra Liegi e Charle-roi. Poi c'è l'ex centro azzurro Denis Marconato, che merita un discorso a parte: «Lo considero un autentico "furto" che siamo rijjgGJti a commettere sul mercato. Portarlo a Cantù dopo i fasti di Treviso, Barcellona e Siena è stato l'ennesimo colpaccio di Bruno Arrigoni. A 35 anni, si allena come un ventenne. Sa come si vince, lo insegnerà ai giovani e pure a me». Andrea Trinchieri studia da Pianigiani: grinta, organizzazione, mentalità e cura dei particolari: «Cerco sempre di rubare qualcosa a quelli più bravi di me, non me ne vergogno affatto». Cantù però non è Siena, e le avversarie sono forti: «Innanzitutto la stessa Mps, che penso sia ancora la più forte. Però l'Armani si è molto rinforzata, è atletica e costretta a vincere, ora o mai più. A Roma sono tanti e grossi, Bologna ha molti elementi interessanti, Treviso è forse la più progredita. Attenti a Pesaro, con tre americani esterni farà scintille. E le neopromosse sul mercato si sono trattate bene, a orate e dentici, mica a sardine. Sarà un bel campionato».

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E. Carchia

E. Carchia

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