Federico Mussini parla a Sportando: 'Credo nello scudetto con Reggio'
La giovane combo della Grissin Bon parla ai nostri microfoni
(Foto Agenzia Ciamillo & Castoria)
Federico Mussini sta incantando in questo primo scorcio di stagione, mostrando lampi di classe purissima e posizionandosi in cima alla prestigiosa classifica del tiro da tre punti nel campionato italiano. Per alcuni è il nuovo Pozzecco e deve stare in Italia, per altri negli USA troverebbe un'ulteriore dimensione. Lo abbiamo intervistato per conoscere maggiormente il personaggio e scoprire da dove nasce tutta la sua freddezza quando carica il tiro.
-Secondo il nostro punto di vista tu sei la reincarnazione italiana di Stephen Curry. Stesso tiro, stessi movimenti, stessa tendenza a calamitare molti palloni pesanti. Cos'ha il Mussini diciottenne in meno del Curry diciottenne?
Onestamente non ricordo bene come fosse a 18 anni, però già al college dominava; mi fa molto piacere ed è anche stimolante il fatto che io venga paragonato a un simile fenomeno, ma dire cosa io possa avere più o meno di lui per quanto a 18 anni non fosse quello odierno è prematuro oltreché difficile. Diciamo che per adesso lo uso come esempio da seguire visto che secondo me dopo LeBron James e Kevin Durant lui è il più forte di tutti in NBA.
-Sei un ragazzo che ha una naturale predisposizione ad essere leader. La leadership tua ed in generale da che cosa nasce?
Secondo me moltissimo deriva dal fatto che io ho avuto da sempre ruoli importanti fin da quando ho iniziato a giocare; ho giocato spesso i palloni decisivi fin dalle giovanili, quindi sono abituato a prendermi una certa responsabilità. Può effettivamente sembrare una cosa innata, ma è tutto merito di come sono stato cresciuto cestisticamente.
-Ti senti un playmaker o una guardia?
Mi sento decisamente un playmaker, non certamente uno dei playmaker classici che fanno 10 assist a partita. Sono nettamente un realizzatore e anche per questo motivo, tralasciando le note ragioni di infortuni della squadra, mi sono adattato a giocare guardia nell'ultimo periodo, ma mi sento comunque sempre un play.
(Foto: Agenzia Ciamillo & Castoria)
-Credi allo scudetto con Reggio Emilia?
Sì. Non voglio gufarmela però credo che quest'anno qui ci sia davvero una buonissima squadra. Possiamo competere con tutti, abbiamo sconfitto squadre forti come Milano, Paris-Levallois, Bamberg...
-A proposito del Bamberg...di sicuro di te si ricorderanno
Penso proprio di sì. E' stata una grande partita nella quale sono partito malissimo, ma sono rimasto concentrato sull'obiettivo e alla fine sono riuscito a dare un contributo pesante per raggiungere la vittoria.
-Scout NCAA sono sulle tue piste. St.John's è già venuta a visionarti e molti altri ti stanno osservando. Hai intenzione di visitare qualche ateneo quest'estate?
Compatibilmente con il poco tempo a disposizione la mia intenzione è assolutamente quella di andare a visitare i college che hanno mostrato il maggiore interesse: St. John's, Gonzaga, Providence, Davidson e Virginia su tutte.
-Visto che siamo in tema. Hai letto la vicenda di Akele?
Non sono proprio informatissimo, però lo conosco piuttosto bene e mi ha detto che là (ad IMG Academy) si trova benissimo e in ogni caso in America avrà la possibilità di migliorare moltissimo e mostrare tutto il proprio talento.
(Foto: Agenzia Ciamillo & Castoria)
-Le regole FIP sono penalizzanti per i giovani che diventano professionisti ed anche per questo Akele è andato in America. Ma non trovi strano che, nonostante quanto poco i giocatori del vivaio possano costare, le squadre italiane difficilmente li lancino?
In effetti è discretamente contraddittorio come tema, ma ritengo che molte squadre non se la sentano proprio anche per una questione di immediati risultati da perseguire. Ai giovani andrebbe data più fiducia, ma dopotutto mettendosi nei panni di un allenatore si tratta di un rischio che non sempre hai la possibilità o il desiderio di correre. Ed è un peccato perché ce ne sono tanti di talentuosi proprio come Akele per esempio.
-Secondo te le regole attuali sono discriminatorie o protettive nei confronti degli italiani?
Il campionato è italiano, siamo in Italia e quindi trovo quasi scontato che si imponga un certo numero di italiani in roster. Sono fermamente contrario a chi propone cose assurde come un certo numero di minuti obbligatori per loro o un numero fisso in campo, perché deve giocare chi lo merita e non certo chi ha un passaporto piuttosto che un altro. E' compito degli italiani dimostrare sul campo e con i fatti di essere migliori di un americano o di un comunitario.
-Mike Hall ieri ha sollevato l'eterno dilemma del “guadagnare vs. vincere” incitando i giocatori ad andare nei posti dove possano guadagnare di più. Mussini opterebbe per un terzo dello stipendio in una squadra forte europea o il triplo in una squadra libanese/cinese/venezuelana?
Se fossi io a scegliere prenderei sicuramente un terzo dello stipendio in una squadra forte europea, ma poi è una questione di priorità. Io più che una faccenda di blasone ne faccio una questione di orgoglio personale; i soldi c'è sempre tempo per guadagnarli, ma se arrivi a farlo in un contesto più competitivo e con maggiore visibilità lo trovo molto più soddisfacente.
-E' vigilia del draft e tu sei certo di una chiamata nelle prime 5; Cleveland, la squadra che chiama per prima, ti offre un aereo privato per volare da loro a fare un ultimo workout prima di farti tornare a Brooklyn per la serata di gala. Accetti o rifiuti?
Accetto
(Foto: Agenzia Ciamillo & Castoria)
-Invece Exum ha rifiutato
Dato il mix di aspettative ed incertezza che c'era sulla sua possibile chiamata diciamo che comprendo anche la sua scelta. Inoltre credo sapesse che Cleveland non sarebbe stata proprio una situazione a lui congeniale.
-Eurobasket 2015 in arrivo. Le tue prestazioni non saranno passate inosservate al CT Pianigiani. Credi alla possibilità di andare all'Europeo con la nazionale maggiore?
Detto sinceramente mi pare molto presto per immaginarsi una cosa simile. Mi fa piacere che le mie prestazioni possano essere state notate e trovo molto stimolante il pensiero che il CT mi consideri, ma non ricordo a quanti ragazzi della mia età sia capitata la possibilità di cogliere una simile opportunità. Sia comunque chiaro che sarebbe un grandissimo piacere.
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