Allan Ray: 'Fontecchio è un toro'
Il giocatore parla durante la presentazione dello sponsor Parmareggio
La guardia della Virtus Bologna Allan Ray ha parlato durante la presentazione dello sponsor Parmareggio. Ecco le sue parole:
Allenatore preferito che non sia Popovich “Sono stato allenato da Doc Rivers a Boston e quindi preferisco dirti lui. E’ stato un onore averlo come coach. Mi ha sempre spinto oltre i miei limiti, a dare il massimo per migliorare e per essere utile alla squadra. Mi ha insegnato come essere un giocatore professionista. E mi ha dato fiducia. Per me la fiducia è tutto, forse è un limite ma devo sentire fiducia attorno per potermi esprimere al mio massimo livello. Rivers ai Celtics mi ha dato fiducia. Come ha sempre fatto e sta facendo oggi Giorgio Valli alla Virtus”.
Squadra favorita in NBA “Guardo tutte le partite. Mi tengo informato sulla Nba quotidianamente. Faccio il tifo per i giocatori, ad esempio Ben Gordon. Ecco sì, io faccio il tifo per lui. Ci ho giocato contro tante volte a New York, lo seguo sempre. Poi guardo quelli che giocano nel mio ruolo, tipo Curry e Klay Thompson dei Warriors, li studio, li osservo. Sono contento per il ritorno di Derrick Rose, la Nba ha bisogno di lui e credo possa essere la stagione del suo rilancio”.
Studiare i giocatori “Sempre. Il basket ha una fortuna, non finisci mai di imparare. A volte arriva un ragazzino in palestra e mi fa vedere una roba che non avevo mai visto. Allora lo osservo, cerco di carpire il segreto di quello che fa. Non puoi mai sapere se diventerà un campione. Al campetto a New York, dove giocavamo noi grandi, gente anche che voi conoscete come Dwight Hardy o Jeremy Hazell, veniva un bambinello piccolino e voleva giocare. Non aveva nessuna paura. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per segnare anche se era il più piccolo. Sapete chi era? Kemba Walker. Anche lui viene dal Bronx. Avete visto le prime partite di Charlotte quest’anno? Questo ragazzo non ha paura di niente e di nessuno, diventerà una star”.
Kemba Walker “Lui era piccolo. Ma quando sono arrivato in Italia sono rimasto incantato dal modo in cui Rimantas Kaukenas riusciva a guadagnarsi un fallo. Lui ti viene un po’ addosso, ti porta via il tempo e quando cerchi di spostarti è tardi. Si è rubato il fallo. Ho guardato e riguardato il modo che ha di muoversi, per imparare. Io sono ancora a scuola. Sto perdendo troppi palloni, sto lavorando per migliorare la mia gestione senza perdere aggressività. E vorrei andare di più in lunetta, prendermi dei tiri liberi che è il modo più semplice per segnare. Quei segreti di Kaukenas mi serviranno”.
Fontecchio “E’ un giovane e questa è la cosa più importante. Ha davvero un corpo incredibile, è un toro. Davvero. In allenamento me lo fa sentire, quando devo marcarlo. I suoi fondamentali sono giù buoni, ma può ancora migliorarli. Se lavora sulla tecnica e rimane concentrato sull’obiettivo, la sua strada è tracciata. Quello che più mi colpisce di lui è che non ha paura. Come Kemba, come tanti altri, non ha alcuna difficoltà nelle situazioni delicate. Avete visto a Pistoia? Non ci ha pensato un secondo a prendersi quel tiro che era stato creato per lui. Penso anche ad alcuni ragazzi di Reggio Emilia, gente che gioca senza paura”.
Reggio Emilia “Aiutami con i nomi… Cinciarini, Mussini. Anche Kaukenas. Tu vedi questi che ti vogliono mangiare, corrono, lottano, si buttano sui palloni, sono dei trascinatori. Quando vedi giocare Reggio Emilia ti esalti, anche se non sei un tifoso. Qualcuno magari pensa che questi giocatori esagerino, ma io dico: perché? Perché non dovrei interpretare con passione il gioco? Loro trascinano i tifosi. E tu in campo lo senti che stanno dando tutto, sono entusiasmanti. Tu vedi Mussini e Cinciarini e capisci quanto sono energici e soprattutto capisci che non hanno paura di nulla”.