Ferrarese: Capito che era meglio farsi da parte. Marino? E' un asso 'quasi pigliatutto'
Le parole di Ferrarese che ha lasciato il suo incarico di presidente onorario
A 48 ore dal suo addio, Massimo Ferrarese, ex presidente onorario dell’Enel Brindisi e uno dei soci fondatori della società, ha spiegato a Il Corriere del Mezzogiorno i motivi del suo gesto nel corso di una lunga intervista con Francesca Mandese.
Inizio avventura. Nel suo momento peggiore. Era il 2004 e l’allora presidente Di Bella mi chiese se avessi intenzione di acquistare il titolo di B2. Mi dava 24 ore. Non ci pensai due volte e acquistai il 100% delle azioni.
Arrivo dei nuovi soci nel 2011. Ho messo allo stesso tavolo 13 persone tra le quali voglio ringraziare l’ex presidente Corlianò, e siamo ripartiti. A novembre del 2012 mi chiesero di assumere la carica di presidente ma ero in politica e non volevo che si potesse pensare ad un incarico strumentale. Proposi allora il nome di Nando Marino.
Problemi. Se da 13 soci del 2011 si è arrivati ai tre di oggi, evidentemente il problema non riguarda solo Massimo Ferrarese. Se un imprenditore, facendo tanti sacrifici, destina a una società di basket, dalla quale non ricava di certo utili o profitti, 100.000 euro l’anno, forse si aspetta qualcosa in cambio.
Esempi. Partiamo dalle cose banali: una email con la quale lo si informa di nuovi acquisti dei giocatori, un invito alle cene con la squadra o a qualche manifestazione pubblica, un coinvolgimento a tutto tondo nelle attività societarie. Cose meno banali: la visibilità, ad esempio, una dichiarazione a fine partita, una intervista ogni tanto, qualche foto con la squadra.
Nando Marino asso pigliatutto. Diciamo che è un asso “quasi pigliatutto”. Non si possono mortificare i soci, lasciarli in un cantuccio. Chi investe ha bisogno di essere coccolato. E, ripeto, non parlo per me che ho altri modi per conquistarmi la visibilità. Nè voglio fare polemica, ma se si rimane in tre qualcuno dovrà porsi qualche domanda.
Ricomporre la frattura con Marino. Sono tutte cose che gli ho detto pubblicamente, durante le assemblee societarie. E lui mi sembrava disponibile a modificare il suo atteggiamento, ma alla prova dei fatti non è stato così.
Secondo Il Corriere del Mezzogiorno, Massimo Ferrarese non aveva neanche più il posto auto al palazzo dello sport.