Pino Sacripanti: Esordire nel derby regala stimoli doppi
Le parole del coach di Cantù
Il coach della Pallacanestro Cantù, Stefano Sacripanti, ha incontrato i giornalisti prima dell’esordio in campionato della sua Acqua Vitasnella sul campo della Openjobmetis Varese: “Iniziamo il campionato dopo una preseason secondo me non così brillante come è emersa sui media. E’ vero che abbiamo vinto 9 partite su 11, ma in tanti casi ci siamo imposti all’ultimo pallone e siamo stati anche un po’ fortunati. La squadra ha dimostrato di provare ogni volta a fare qualcosa in più sotto il profilo tecnico e tattico però non c’è mai stata una netta affermazione sugli avversari. Passo dopo passo stiamo cercando di migliorare”.
Esordire nel derby cosa significa?
Affrontiamo subito Varese. Se c’era uno stimolo, ma anche un po’ di ansia e aspettativa per l’inizio del campionato direi che tutto questo è raddoppiato dalla sfida. Giochiamo su un campo ostico, contro una squadra forte e soprattutto in un derby che non fa altro che aumentare l’importanza del match. Le due partite disputate in pre- stagione con l’Openjobmetis hanno mostrato grandissimo equilibrio. Nella prima gara abbiamo allungato solamente nell’ultimo quarto mentre nella seconda abbiamo vinto all’ultimo minuto contro una formazione con problemi di infortuni. Domani giocheremo al PalaWhirlpool davanti a tante persone e vedremo se saremo bravi a reagire e in che maniera.
Cosa ci dici della tua squadra?
E’ evidente il fatto che tutti i giorni impariamo qualcosa di nuovo e troviamo qualche ostacolo differente. Come la maggior parte delle formazioni del campionato è un gruppo in evoluzione che sta cercando dei punti fermi e che tenta di far rendere al massimo le caratteristiche che ha e di lavorare su ciò che invece funziona meno.
Johnson- Odom e Feldeine sono i due leader della squadra?
James e Darius hanno disputato sicuramente un buon precampionato. Credo che per Johnson- Odom le cose siano un po’ meno semplici perché Feldeine ha un ruolo ben definito e un’esperienza in Europa e quindi conosce molte più letture. Darius incontra maggiori difficoltà perché deve giostrare in due spot diversi, play e guardia, e deve saper controllare la partita in maniera differente. Non ha praticamente vissuto europeo, ma si applica molto per capire quale sia la scelta migliore per la squadra. E’ chiaro che dobbiamo trovare un compromesso per aggiungere al suo grande istinto anche una capacità di conduzione della gara. Ci vuole tempo, il ragazzo è sicuramente generoso e propositivo e siamo certamente sulla buona strada.
Cosa procede invece la crescita degli altri giocatori?
DeQuan sta facendo notevoli progressi nella comprensione del gioco. E’ chiaro che quando arriva la stanchezza la sua attenzione cala un pochino, ma adesso è notevolmente inserito negli schemi e la selezione delle scelte è sicuramente più corretta. Hollis tra i lunghi è quello che conosce più il gioco e quando riesce ad abbinare anche intensità e durezza diventa un elemento molto importante. Con Cheikh stiamo cercando di capitalizzare tutto quello che può offrire di positivo e abbiamo iniziato a lavorare su alcune cose specifiche soprattutto dal punto di vista offensivo. Stefano comincia a crescere dopo tutti i guai fisici in cui è occorso dopo la nazionale mentre Laganà continua il suo recupero e ora riesce a fare una parte di allenamento con noi dove non ci sono contatti. Abass è investito di una responsabilità importante che deve diventare uno stimolo e non un peso. Deve sicuramente migliorarsi sotto l’aspetto mentale e, come tutte le volte che rientra da un infortunio, fa un po’ di fatica a ripartire, ma sta tornando quello di prima. Buva è il giocatore che più ha trovato la sua dimensione in questa squadra, sta lavorando tantissimo e per ora ha avuto un impatto molto positivo per atletismo e forza fisica. Su Eric è giusto fare delle precisazioni perché il lavoro che stiamo facendo io e Sam è un pelino diverso. Lui ha avuto un’aggiunta notevole e poi una grande perdita di peso. Chiaramente il suo corpo deve assorbire questi cambiamenti e questo ha comportato all’inizio una certa carenza di forza. Trascorso un periodo di riadattamento ora ha cominciato a concentrarsi su questo aspetto. Mi sembra che abbia avuto un buon impatto sulla partita. Lui deve essere bravo a non perdere fiducia in ciò che sta facendo, a prescindere dai risultati che ottiene in campo, anche se i risultati al momento sono buoni ed Eric sta garantendo esattamente ciò che ci attendevamo da lui. Rimaniamo convinti che in certe partite un elemento con quelle caratteristiche fisiche sia un’arma tattica importante.
Qual’è l’idea che vi ha guidato nella creazione di questo gruppo?
Abbiamo costruito una squadra pericolosa e sia io, sia Daniele, sia il club, abbiamo dimostrato del coraggio. Abbiamo scelto giocatori con forza fisica, grande ambizione e talento che però nello stesso tempo non conoscono bene il mondo cestistico europeo e non hanno abitudine a disputare la Coppa. E’ una scommessa perché non sappiamo come i ragazzi reagiranno nei momenti di difficoltà. Avremmo potuto creare una formazione che galleggiasse invece abbiamo deciso di costruirne una più pericolosa. Serve essere sempre molto concentrati in palestra ed è un compito difficile e davvero stimolante.
Torniamo a domani. La sfida tra un coach di grande esperienza come te e un esordiente come Pozzecco come sarà?
Sarà una serata che Varese vorrà rendere ancora più magica. Pozzecco è un personaggio, con cui sono amico da molti anni, che sicuramente ha il pregio di dare una carica speciale all’ambiente. Ci sarà un clima particolare per il suo ritorno. Inoltre l’Openjobmetis ha un gruppo di giocatori molto scafati come Robinson, Kangur, Diawara, Callahan, che sapranno compensare l’inesperienza di Gianmarco.