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Serie A 10/08/2010, 10.25

Cantù, intervista ad Antonio Munafò

Antonio Munafò è l’ideatore ed il responsabile del Progetto Giovani Cantù

Serie A

A fianco della Serie A, che si sta apprestando ad iniziare una nuova appassionante stagione, si sta sviluppando in maniera sempre più importante il settore giovanile della Bennet Cantù grazie al Progetto Giovani Cantù. Proprio per approfondire lo stato di salute del PGC abbiamo fatto una chiacchierata con il suo ideatore e responsabile, Antonio Munafò.

Antonio, a che punto è il Progetto?

Siamo arrivati al quarto anno di vita del Progetto Giovani Cantù, un percorso che continua con sempre più entusiasmo e passione da parte di tutti. La scorsa stagione abbiamo compiuto dei passi importanti con l’inizio della collaborazione con Gianni Lambruschi e con la creazione di un nostro centro minibasket, centro a cui si sono iscritti già 130 bambini il primo anno e che è destinato a conoscere numeri ancora più consistenti in futuro.
Credo che il nostro progetto sia visto con molta attenzione, dato che abbiamo superato anche il normale scetticismo iniziale. Tutte le società che fanno parte del PGC sono contente, molte altre ci stanno approcciando per collaborare con noi e questo è un grande motivo di soddisfazione che ci fa pensare ad un’ulteriore crescita del nostro sodalizio.
L’ obiettivo del Progetto Giovani rimane infatti l’aggregazione di diverse società per aumentare la base coinvolgendo tutto il mondo della pallacanestro giovanile sul territorio. Dobbiamo essere uniti in maniera completa perché credo che, aldilà delle giuste rivalità sul campo, quello di far crescere e di dar la possibilità a tutti i ragazzi che vogliono giocare a basket di poter usufruire di una struttura professionale che permetta a chi ha le capacità di arrivare il più in alto possibile sia un traguardo comune. Questo è ciò che vogliamo creare ed è una cosa che ci sembra recepita da chi ci sta intorno.
Quest’anno faremo un ulteriore investimento sulla foresteria, che dovremo ampliare anche a livello logistico prendendo un altro appartamento per sistemare quattro o cinque ragazzi che arrivano da fuori.

Hai parlato di società del territorio. Quanto è importante il Progetto Giovani per la nostra provincia?

Il Progetto Giovani Cantù è principalmente un progetto di aggregazione tra il maggior numero possibile di società operanti sul territorio comasco. Ad oggi sono già 15 le società coinvolte nella Provincia e sono destinate a crescere. Questo significa circa duemila ragazzi interessati e altrettante famiglie e, dato che nelle iniziative poste in essere un’attenzione particolare l’abbiamo dedicata a sensibilizzare i genitori dei giovani atleti ad una sana crescita sportiva dei propri ragazzi con incontri tenuti da nostri esperti su temi come alimentazione, igiene, infortuni, integratori e doping, penso che il progetto abbia una valenza sociale che va al di là del puro aspetto sportivo.

Insomma il Progetto è in piena salute.

Direi di si. Ora si tratta di trovare altri sponsor che ci aiutino a portare avanti il Progetto. Il PGC costa diverse centinaia di migliaia di euro e noi abbiamo sempre cercato di tenerlo economicamente sganciato dalla serie A. Se una azienda vuole investire nel Progetto sa che il suo investimento è finalizzato a far crescere il settore giovanile. Questo ci aiuta a trovare qualche sponsor che condivide questo obiettivo. Devo dire che qualche novità positiva c’è perché il Progetto viene visto bene anche dalle imprese del territorio che cominciano a darci piccoli aiuti. Ciò non toglie che non possiamo certo scialacquare e dobbiamo sempre essere attenti alle spese, ma penso che nel giro di qualche anno potremmo avere un’autonomia finanziaria che ci consenta di fare qualche investimento ulteriore.

Gianni Lambruschi ha dato un imput importante allo sviluppo di questo progetto.

Certamente. Già il precedente responsabile Alfredo Bertari aveva fatto un ottimo lavoro. Gianni ci ha portato un’esperienza maggiore nel settore e una possibilità importante di crescita per il nostro staff. Vorrei ricordare che il primo obiettivo del PGC era creare un’organizzazione professionale fatta di allenatori capaci di lavorare con i giovani, di medici, di preparatori atletici. L’inserimento di Gianni Lambruschi è stato un volano importante, perché con la sua esperienza e il suo carisma è sicuramente una guida importante per il resto dello staff. Tanto è vero che la squadra di allenatori su cui abbiamo scommesso sta dando dei buoni risultati e sta diventando un team di tecnici che sarà il nostro motore per gli anni a venire.

Il primo obiettivo del PGC è la creazione di giocatori per la serie A. Il quinquennale firmato con Giacomo Maspero può già essere un segnale importante?

Il fatto che dei ragazzi che escono dal nostro settore giovanile firmino dei contratti con la serie A è già un riscontro importante. Speriamo che Giacomo sia davvero il primo giocatore del nostro vivaio a mettere piede in serie A in maniera costante e auspichiamo di poter dare a Bruno Arrigoni nei prossimi anni qualche elemento in più con cui comporre il roster senza dover per forza pescare dalle altre società. Questo sarà il coronamento del nostro lavoro.

Pur mantenendo sempre l’obiettivo primario della crescita dei giocatori, l’anno prossimo si attendono anche i primi risultati dal punto di vista di squadra.

Dopo tre anni di PGC possiamo dire di avere tutte le annate, a partire dall’Under 13 fino all’Under 19, di un livello primario sia in Lombardia sia a livello nazionale. Non siamo ancora al punto di pensare ad un titolo nazionale, ma lentamente arriveremo anche ad ambire a questo traguardo. Siamo contenti del reclutamento e della crescita qualitativa del nostro settore giovanile e questo è un passaggio ovviamente obbligato per produrre dei giocatori per la Serie A. Non dimentichiamoci che diversi nostri ragazzi sono stati convocati nelle varie selezioni nazionali. Anche quello di portarli e di seguirli ai raduni è per noi un impegno notevole, ma non possiamo che essere contenti dei risultati che stiamo ottenendo.

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E. Carchia

E. Carchia

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