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Serie A 05/08/2010, 11.32

Intervista a Bruno Arrigoni

Il direttore sportivo di Cantù parla della Bennet

Serie A

In attesa del raduno della Bennet Cantù (fissato al Palasport Pianella il prossimo 22 agosto) abbiamo parlato con il direttore sportivo della Pallacanestro Cantù, Bruno Arrigoni, che ci ha illustrato la costruzione della nuova squadra.

Bruno, quest’estate la Bennet è stata completata a tempo di record. Ci racconti come è andata?

Partiamo da una considerazione: sicuramente il fatto di aver mantenuto sette decimi della formazione dell’anno scorso ci ha permesso di dover lavorare solamente su alcune posizioni ben definite.  Una volta riconfermato il nucleo della stagione passata per introdurre qualche modifica dovevamo avere la possibilità di aggiungere un giocatore di buon livello tecnico nelle rotazioni. Questo è stato il motivo dell’arrivo di Marconato: un elemento di grande esperienza e di notevole qualità e comprensione cestistica. In questo modo abbiamo potuto inserire un altro comunitario e abbiamo scelto di puntare su Jonathan Tabu, il cui arrivo è stato ovviamente correlato alla firma di Denis. Riteniamo che Tabu sia un giocatore di ottime prospettive che può far bene già da subito e fare anche meglio in futuro.
Per quel che riguarda il playmaker abbiamo cercato un elemento che conservasse alcune caratteristiche  di Jerry Green ma che, in certi momenti della partita, fosse un po’ più incisivo offensivamente. Abbiamo quindi ingaggiato Mike Green, che, oltre ad avere lo stesso cognome del predecessore, ha disputato un buon campionato a Liegi, ha un ottimo background universitario e si è messo in mostra nella Summer League di Orlando davanti agli occhi del nostro coach.
Non dobbiamo poi dimenticare un’aggiunta importante come quella di Diviach, un ragazzo italiano decisamente promettente e con buoni margini di crescita che dovrebbe permetterci di non tirare il collo a Leunen e  a Micov per tutto il campionato.
Salutiamo invece davvero con simpatia ed affetto, consci del grande contributo che ci hanno dato l’anno passato, i giocatori che hanno lasciato Cantù, come Lydeka, che si è subito accasato a Pesaro, Jerry Green, che ha firmato un triennale in Germania, e Giovacchini, che ricoprirà un ruolo importante in una  formazione come Brindisi che ha tutto tranne i connotati della neopromossa.
Facendo una considerazione generale è chiaro che rispetto all’anno scorso la squadra è costata di più. Questo è un dato di fatto incontrovertibile dovuto alla scelta di confermare giocatori che si sono ben comportati nella passata stagione e quindi aspiravano ad un miglioramento contrattuale. Siamo però convinti di partire da una base solida e collaudata e che gli aggiustamenti che abbiamo introdotto possano consentirci di crescere ulteriormente, con la certezza che sia Leunen, sia Markoishvili, sia Micov possano dimostrare nuovi progressi.

Rispetto alla passata stagione sembrano esserci maggiori rotazioni dalla panchina.

Effettivamente in panchina, oltre a Diviach e Tabu di cui abbiamo già parlato, possiamo contare su Ortner, che è un giocatore che può ancora migliorare nel suo rendimento e dare più continuità alla sua azione, e su due elementi di grande esperienza come Mazzarino e Mian.
A questi si aggiungono Urbutis, che si ripresenta più o meno nel ruolo dell’anno passato con la possibilità però di scendere in campo in Coppa, Giacomo Maspero e i giovani che volta per volta si aggregheranno al nostro organico.

Cosa comporterà disputare nuovamente una Coppa europea?

In primo luogo credo che tornare in Coppa sia una soddisfazione per tutti. Il fatto poi di accedervi dalla porta principale e di non dover passare dai turni preliminari ci permette di non snaturare la preparazione pre- campionato. Siamo felici di poter disputare una Coppa Europea anche se siamo certi che l’impegno sarà durissimo perché il lotto delle partecipanti all’Eurocup, tra formazioni che non riusciranno ad entrare in Eurolega, squadre che vinceranno i preliminari o che, come noi, sono già direttamente qualificate, è davvero di primo livello. Speriamo di non essere troppo penalizzati dalla trasferte oltre che dalla difficoltà tecnica della manifestazione in sé. Credo comunque che la Coppa sia in primo luogo una bellissima esperienza e poi anche un giusto riconoscimento per quello che è stato fatto nella scorsa stagione.

Tornando al campionato, la sensazione è che il livello medio si sia alzato.

Di sicuro a fronte della teoria del lamento che è ormai consuetudine di fine stagione c’è stato invece un movimento di giocatori davvero interessante. Sono arrivati in Italia, e si sono mossi all’interno del nostro campionato, atleti di alto profilo. E’ vero che c’era una notevole offerta di giocatori per cui probabilmente in qualche caso i prezzi si sono leggermente abbassati, ma, giusto per fare un esempio, Caserta per riconfermare i protagonisti della scorsa annata sarà dovuta passare sotto le stesse “forche caudine” dove siamo transitati anche noi. Mi sembra un campionato di  alto livello: Brindisi e Avellino hanno fatto due squadre importanti e anche le formazioni che hanno scelto la linea giovane come Biella hanno portato in Italia ragazzi molto interessanti come A.J. Slaughter.
La novità di quest’estate è stata invece la proliferazione degli americani passaportati di cui si è fatto uso e abuso anche con qualche incidente di percorso. Questo ha permesso di aggirare la regola del 3+ 2 che è diventato un 4+ 2 con un numero di atleti statunitensi con passaporto europeo davvero alto. E’ chiaro che alla fine i giocatori stranieri sono sempre sei, ma la regola originaria è stata snaturata, per cui, muovendosi nella legalità, le squadre che hanno preferito avere un maggior numero di americani hanno potuto trovare questa “scorciatoia”. La nostra scelta è invece stata quella di confermare i giocatori europei della passata stagione per cui abbiamo deciso di seguire la regola del 2+ 4, liberando, grazie all’ingaggio di Marconato, il posto per un altro comunitario nelle rotazioni degli esterni.

Quali sono gli obiettivi della stagione?

E’ chiaro che il nostro traguardo è raggiungere i playoff, in che posizione nessuno può dirlo dato che il campionato è davvero equilibrato. Siena è sempre Siena, Milano è uno squadrone, Roma è ancora un cantiere aperto, ma ha grandi potenzialità, e Treviso mi sembra pronta a riprendersi il ruolo che le compete. In più ci sono Avellino, Pesaro, Caserta, Brindisi e diverse altre. Mi attendo davvero una stagione di alto profilo.

© Riproduzione riservata
E. Carchia

E. Carchia

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