Della Fiori: La valutazione della stagione è sicuramente positiva
Le parole del DS di Cantù
Il Direttore Sportivo della Pallacanestro Cantù, Daniele Della Fiori, ha incontrato i giornalisti per tracciare un bilancio di fine stagione: “Credo sia giusto iniziare con dei ringraziamenti. Prima di tutto al Presidente per la vicinanza che ci ha sempre fatto sentire e con la consueta passione con cui ha seguito la squadra. La sua è stata una presenza importante nella quotidianità. La stessa cosa vale per Luca Orthmann. Ci tengo poi a ringraziare lo staff tecnico, da Pino ai suoi assistenti Max e Nicola, e lo spogliatoio B, quindi dottori, fisioterapisti, preparatori atletici. Inoltre voglio ringraziare Paolo Avantaggiato che si è prodigato affinché i giocatori non avessero alcun tipo di preoccupazione fuori dal campo. Uno staff che lavora con passione andando oltre i propri compiti e che fa sentire i ragazzi parte di una grande famiglia”.
“La mia prima considerazione – ha aggiunto il Direttore Sportivo biancoblu - è legata alla serie di playoff contro Roma. E’ normale che ci sia grande amarezza e delusione da parte nostra perché non volevamo che finisse con un 3 a 0. Sicuramente c’è frustrazione per questo. Penso che nelle tre partite disputate i valori in campo si siano equivalsi come è testimoniato dal fatto che tutte le gare sono finite all’ultimo possesso. L’Acea non è né più forte né più debole di noi. Semplicemente ha dimostrato più freddezza nei momenti chiave e ha conquistato tre match identici nel loro svolgimento”.
“Altra cosa invece – ha continuato Daniele Della Fiori - è la valutazione della stagione che è stata sicuramente positiva. Un’annata bellissima che non è diventata straordinaria per degli episodi di cui siamo ovviamente rammaricati. Era difficile ripartire da obiettivi diversi con una piazza abituata a fare grandi cose in Eurolega. La mia opinione è che sia stato fatto un eccellente lavoro. Ci tengo a sottolinearlo perché non voglio che questo campionato passi come fallimentare. Non sarebbe giusto dato che gli obiettivi sportivi che ci siamo posti a inizio anno sono stati tutti quanti raggiunti: qualificazione alle Final 8 di Coppa Italia, ai playoff e passaggio del primo turno di Eurocup. Abbiamo costruito una squadra con tante scommesse, con diversi giovani, con giocatori che arrivavano dalla Legadue. Questo è bene ricordarlo perché il non aver fatto sentire durante la stagione regolare il gap a livello tecnico che avevamo rispetto alle formazioni delle annate precedenti probabilmente ha alimentato delle aspettative eccessive”.
“Credo che Cantù – ha concluso il D.S. della Pallacanestro Cantù - sia sempre stata una piazza in cui lasciare il cuore in campo era apprezzato e motivo di grande orgoglio. Sono convinto che anche in questa serie, ed è sufficiente pensare a gara 3, i nostri ragazzi abbiano dato tutto quello che avevano per cercare di ribaltare una situazione che era diventata decisamente complicata. Ci sono stati errori, magari pure banali, ma la partita di Roma è stata lo specchio dell’anima della squadra. Accettiamo ogni tipo di critica perché sono connaturate al nostro lavoro e allo sport. Non posso consentire però che questo gruppo sia accusato di non avere un’anima o di non aver lottato. La nostra formazione ha combattuto, semplicemente l’Acea nei momenti decisivi è stata più lucida e ha avuto giocatori maggiormente scaltri. Questa è una squadra di ragazzi che non hanno mai saltato un allenamento durante la stagione e che erano mortificati dopo la sconfitta in gara 3. Nessuno ha mai fatto un passo indietro e questo deve essere chiaro a tutti”.
Che voto ti daresti dopo la tua prima stagione da Direttore Sportivo?
Non voglio darmi io un voto, saranno gli altri a giudicare il mio operato. Sicuramente è stato un anno intenso e anche difficile, perché, nonostante avessi avuto un grande maestro come Bruno Arrigoni, non è semplice assumere un incarico così importante. Ho sempre lavorato con passione cercando di dare il massimo per Cantù, che è la mia città. Proprio per questo c’è stata una soddisfazione particolare nei momenti belli e una frustrazione altrettanto forte nei momenti brutti. Sicuramente è stato un anno di esperienza che mi ha aiutato a capire in maniera più approfondita le dinamiche di questo mondo.