Pino Sacripanti: Vogliamo vincere per prepararci al meglio ai playoff
Le parole del coach di Cantù
Il coach della Pallacanestro Cantù, Stefano Sacripanti, ha incontrato i giornalisti prima della sfida casalinga contro la Granarolo Bologna: “Siamo consapevoli del fatto che sia una partita in cui risultato non cambia nulla dal punto di vista della classifica anche se è chiaro che noi ci teniamo a vincere per mentalità e perché si tratta di un passo di preparazione ai playoff. Dovremo essere bravi nel mantenere una grande intensità per far si che sia un match con una tensione vera e con il giusto ritmo. Questo perché ci saranno poi nove giorni di stop prima di gara 1 dei quarti di finale. I giocatori dovranno saper capitalizzare ogni singolo minuto perché nella post season il minutaggio di qualcuno calerà e si alzerà quello di qualcun altro per poter conservare un certo tipo di freschezza nella serie”.
“Vorrei rivolgere - ha continuato l’allenatore canturino - un pensiero personale a Bruno Arrigoni. Bruno ha sicuramente esperienza e nei suoi tanti anni sui campi da basket ne ha viste di tutti i colori. Io so però cosa significa tornare a Cantù da avversario dopo averci passato una vita ed è un’emozione molto particolare. Bruno oltre a essere una persona sensibile e un profondo conoscitore della pallacanestro è stato il primo vero compagno di avventura dei miei sette anni qui a Cantù e quindi gli sono legato in maniera particolare. Capisco che da un lato ci sia dispiacere per il fatto che la partita non conti nulla, ma dall’altro credo che Bruno se la possa così vivere maggiormente come una gioia e una festa”.
Come sono le condizioni della tua squadra?
Vedremo se riusciremo a utilizzare Cusin dopo la distorsione subita a Reggio Emilia mentre spero ovviamente di vedere Adrian e Stefano in condizioni migliori a livello fisico.
La Granarolo offre degli spunti tattici particolari?
Bologna ha trovato in Warren un ottimo giocatore, ha il talento di Walsh e una buona batteria di lunghi. Mancherà Hardy e quindi la Virtus avrà una rotazione in meno negli esterni. Ci aspettiamo della zona e degli accoppiamenti un po’ complicati. I bianconeri potranno infatti schierare un quintetto con Warren, che è un regista di stazza, Walsh, che è un’ala, come numero due, Gaddefors, Motum e un lungo. Potrebbero anche lanciare qualche ragazzo del settore giovanile come guardia. La storia insegna che solitamente quando le rotazioni sono corte si sfruttano meglio le occasioni perché si ha il piacere di giocare, soprattutto in un match senza alcun tipo di pressione.
Siete già proiettati ai playoff?
Come preparazione si, come testa invece vorremmo essere concentrati sulla partita. Non è facilissimo conciliare le due cose però una preparazione con qualche carico diverso andava fatta. Nello stesso tempo da ieri, che era giorno di meeting per la preparazione della squadra avversaria, abbiamo iniziato a focalizzarci sulla sfida.
Siamo arrivati all’ultima partita. Hai un rimpianto?
Non ho rimpianti. Ho il rammarico di essere stato male per due mesi per la prima volta nella mia vita. Questi problemi personali di salute mi hanno costretto a lasciare la squadra in un momento importante visto che si avvicinava la Coppa Italia e la fase decisiva di Eurocup. Ho fatto tutto il possibile per recuperare, ma è chiaro che è una cosa che mi dispiace.
Quando hai capito che il tuo lavoro stava producendo degli ottimi risultati?
Direi che la consapevolezza è cresciuta quotidianamente. Vorrei sottolineare un concetto importante. Il fatto di aver avuto un budget minore di certo non vuole dire che non siamo soggetti a critiche. Io sono strafelice di quello che abbiamo fatto, ma ci sta che uno possa commettere degli errori ed è giusto mettersi in discussione. Il discorso però è che si possono costruire delle squadre per vincere con giocatori fatti e finiti o delle formazioni con alcune scommesse per poi, con grandissimo lavoro, arrivare allo stesso risultato. E’ chiaro che in questo percorso di crescita ogni tanto capita di sbagliare. A noi manca ancora qualcosa per diventare una squadra forte e quindi un gruppo come il nostro, quando si trova davanti a situazioni nuove, può commettere degli errori. Questo deve essere di stimolo. Credo che essere arrivati terzi, vincendo il premio degli italiani e valorizzando alcuni giocatori, sia un dato molto positivo. Non significa che ora abbiamo la pancia piena perché vogliamo fare qualcosa in più. Questo lo chiedo ai ragazzi, ma deve essere chiaro a tutti. Arrivare nelle prime quattro sarebbe un traguardo storico per questo gruppo, non per la Pallacanestro Cantù. Per questo dobbiamo essere propositivi e far valere tutti insieme il fattore campo.
Se potessi scegliere vorresti affrontare Roma o Reggio Emilia?
Onestamente non lo so. Con Roma abbiamo ottenuto due successi, l’Acea è però la squadra che in trasferta ha vinto più partite nel campionato. Se pensassimo al fattore campo forse sarebbe meglio evitarla. Con Reggio Emilia abbiamo vinto al Pianella, ma abbiamo poi disputato oggettivamente due partite un po’ sottotono in cui abbiamo sofferto i nostri avversari. La Grissin Bon ha più giocatori che possono decidere la gara in un secondo, mentre la Virtus ha tanti elementi di buonissimo livello. Sicuramente sono due formazioni molto forti e noi dobbiamo sfruttare il vantaggio di avere tre gare in casa. Il pubblico di Cantù quest’ anno è stato meraviglioso, però bisogna dire che al Pianella ci sono state ben poche sconfitte e non vorrei che si desse per scontato che si viene per veder vincere quando invece serve che si aiuti a vincere.