De Cesare: Impegno resta immutato. Ora sono tutti sotto esame
Le parole del patron della Scandone Avellino
Gianandrea De Cesare, patron e sponsor della Scandone Avellino, ha incontro sia coach Vitucci che il DG Antonello Nevola nel suo ufficio.
Dopo l’incontro De Cesare ha parlato a Il Mattino smentendo le voci su un suo disimpegno a fine anno.
“Il nostro impegno resta immutato, la delusione anzi è da sprone a far meglio. È evidente che i risultati sono al di sotto delle attese e degli sforzi compiuti. In questa situazione sono tutti sotto esame per cui anticipare discorsi su eventuali conferme è prematuro. Queste ultime gare saranno determinanti sulle scelte che andremo a compiere.
Jaka Lakovic. Jaka è un campione ed è stato determinante nella seconda parte dello scorso campionato. Abbiamo sottovalutato l'impegno estivo con la nazionale slovena agli europei. Resta un giocatore di altissimo livello che non è riuscito a esprimersi come nel suo standard e questa circostanza ha finito per condizionarci.
Pancotto e la Comtec. Con Cesare ci siamo incontrati domenica e non c'è nessun problema. Abbiamo chiarito tutto. Restala stima reciproca e non posso che fargli i complimenti per l'ottimo lavoro e la grinta con cui sta guidando Cremona in questa stagione. Il discorso Comtec è abbastanza semplice. Il rapporto ricavi-indebitamento -patrimonio netto non è in regola perché nel capitale sociale non è presente la colposa quota del finanziamento del socio Sidigas che di per sé è di gran lunga superiore alla ricapitalizzazione richiesta. Parte di quella quota confluirà nel capitale sociale per sistemare il tutto. Non l'abbiamo fatto prima per non ridurre il peso degli altri soci in seno al capitale o per non gravarli di ulteriori esborsi. È una questione che sistemeremo nella prossima assemblea dei soci.
Critiche alla proprietà su lentezza nella fase operativa e scarsa presenza. Accetto tutte le critiche con serenità. Proviamo a fare meglio. Avevo intenzione di essere più presente anche fisicamente ma gli impegni di lavoro non me l'hanno consentito. È un aspetto che però mi risulta difficile reputare determinante. Abbiamo costruito una struttura che ritenevo potesse viaggiare in modo autonomo. I giocatori sono dei professionisti e non credevo ci fosse bisogno di questo tipo di impegno. La nostra è una società strutturata, ognuno ha i suoi compiti. Se qualcuno ha nostalgia della classica figura del patron temo resterà deluso. Sul discorso della tempistica non credo che ci siano state situazioni in cui la celerità poteva essere determinante”.