Vanoli Cremona, a Gancio Cielo le recriminazioni dei tifosi

Nel corso del consueto appuntamento del martedì, ore 21:00, a Gancio Cielo, talk show  condotto da Giacomo Iacomino su Cremona 1 canale 211 del digitale terrestre, hanno trovato ampio spazio le recriminazioni dei tifosi via SMS che scorrevano in sovrimpressione sulla parte bassa del teleschermo.

Il nodo riguarda il ruolo di playmaker, in vista dell’infortunio occorso a Ben Woodside.

Assente il play titolare, al PalaTiziano di Roma, Cesare Pacotto ha schierato dall’inizio Gianluca Marchetti, risultato alla fine il migliore in campo dei suoi e, della quale presenza, ha giovato il centro Curtis Kelly, in più occasioni innescato dal giovane play romano, alternatosi nel corso della gara con Brian Chase nello spot di 1.

E proprio il trentatreenne americano è risultato l’oggetto delle critiche dei tifosi: “Non è un playmaker!”, “Gli mancano 20 centimetri di statura per giocare nel ruolo di guardia in Serie A!”, “Accontentato chi riteneva che il suo rientro avrebbe risolto i problemi della squadra!”, “Chase, errore tattico di Gresta avere sprecato un tesseramento straniero per ingaggiare un giocatore come lui!”.

Non dimenticando che con i suoi 178 centimetri Brian Chase ha militato nei Miami Heat, risulta condivisibile il convincimento che il playmaker non sia esattamente il suo ruolo, palesato dall’eccesso di palleggi e dalla conseguente difficoltà a produrre gioco, tuttavia, caratteristiche certamente non scoperte tre giorni fa a Roma.

Quanto alla qualità del Brian Chase guardia, non solo in passato in NBA, ma anche nella sua militanza in maglia Vanoli, in più occasioni il giocatore di Washington ha dato prova di personalità e classe. Come dimenticare che appena giunto a Cremona, alla prima apparizione sul parquet di Bologna vinse la partita con un canestro in isolamento ad una manciata di secondi dalla fine? E come dimenticare il 7/8 dall’arco dei tre punti che determinò lo storico successo della Vanoli in casa dell’EA7 Milano la primavera scorsa? Ci si dimentica di quanto mostrato dal giocatore nel pre-campionato nello scorso settembre prima dell’infortunio? Ci si è scordati dell’ultima partita a cui prese parte contro Sassari, nel corso della quale, con un foro nel ginocchio, ma ancora in eccellente condizione atletica da preparazione pre-campionato, mise a segno 10 punti in 16’ di gioco, risultati poi determinanti ai fini della vittoria finale?

Ora, come ragionevolmente pensare che un giocatore dopo quattro mesi di assenza, rientri in campo al meglio della condizione? Se, per giunta, il giocatore in questione non ha più vent’anni, ma 33, obiettivamente, come pensare che possa essere in grado di rendersi protagonista di un recupero immediato della condizione atletica? Quale dei contestatori è in grado fisicamente ed atleticamente di operare ciò che riusciva a fare quindici anni fa? Se poi, causa situazione contingente, Chase si trova nella condizione di adattarsi ad un impiego in un ruolo che gli appartiene poco, è il caso di procedere nella direzione della contestazione, oppure potrebbe essere l’occasione per apprezzarne il desiderio e la disponibilità a dare il proprio contributo alla causa collettiva?

Da Chase, il passaggio alle critiche nei confronti della scelta di Pancotto di schierare negli ultimi minuti di gara l’americano al posto di Marchetti, fino a quel punto eccellentemente espressosi, è breve.

Ma, come opportunamente sottolineato nel corso della trasmissione di ieri sera dall’esperto ed ex coach Giorgio Gandolfi, ‘scegliere prima non è come scegliere dopo. Se un allenatore decidere di privilegiare la scelta del giocatore esperto per affrontare la pressione dei minuti finali di gara, è davvero da biasimare? Chi è in possesso della controprova che l’epilogo della gara sarebbe stato più favorevole con in campo il giovane Marchetti?”.

 Verissimo che fino a quel punto si era espresso meglio di Chase, ma è anche vero che nel periodo in cui era stato in campo aveva perso sei palloni. Con la pressione del punto a punto di fine gara, per un giovane sarebbe stato reale il rischio di perdere altri palloni importanti, decisivi?

Se, con in campo Marchetti, l’esito fosse risultato negativo, quali pesanti e scontate contestazioni sarebbero piovute sul capo di coach Pancotto? “Ha la personalità e l’esperienza di Chase in panchina e ha schierato il giovane ed inesperto Marchetti..!”. Il pubblico può commentare dopo senza decidere prima; l’allenatore no, e…’decidere prima non è come poter decidere dopo’.

Non si trascuri la giocata da quattro punti realizzata da Chase nell’ultimo giro di lancette, a riprova della potenziale efficacia, del sangue freddo, della personalità dell’americano.

Nel corso della trasmissione è stato poi riproposto il passaggio dell’intervista realizzata nell’immediato dopo partita a Cesare Pancotto. Alla domanda ‘Perché ha scelto di tenere Marchetti in panchina nel finale di gara, fin lì il migliore dei suoi’, il coach, discretamente seccato, ha replicato: “Avrei preferito che prima mi fosse stato riconosciuto il fatto di essere sempre alle prese con situazioni di infortunio, quindi di avere iniziato la partita con Marchetti in campo, quindi di averlo impiegato abbastanza a lungo nel corso della gara”.

Come sempre, una determinata situazione negativa, lascia intravedere un risvolto positivo: il pubblico è rimasto sorpreso dall’avere appreso che anche Cesare Pancotto appartiene alla categoria di coloro le cui scelte non sempre sortiscono gli effetti sperati: e che si sia verificato dopo quasi tre mesi di lavoro costituisce un record di cui il coach può ritenersi discretamente soddisfatto.