Alle 18 scatta la finale, e sono già scintille tra Panathinaikos e Olympiacos
Vigilia tesissima, con la famiglia Angelopoulos che si schiera contro la federazione e chiama in causa Tsipras, e i «verdi» che, dopo un primo silenzio, stigmatizzano i comportamenti dei rivali
In casa Panathinaikos tengono banco le trattative per il rinnovo di Nick Calathes, che in estate vede scadere il triennale firmato nell’estate 2015. Sirene Nba all’orizzonte, ma i giochi sarebbero assolutamente aperti. Nessuna emergenza di roster per Xavi Pascual.
Ultimo allenamento nella giornata di sabato per l’Olympiacos, che ha visto fuori dai giochi solo Dimitris Agravanis e Kim Tillie. Presente anche la proprietà, i fratelli Angelopoulos, che in settimana sono stati al centro di una dura polemica contro la federazione, con tanto di lettera inviata al presidente del paese Alexis Tsipras.
La vicenda parte da una denuncia, direttamente agli organi di polizia, presentata dagli arbitri Spiros Gkontas e Ioannis Foufis. I due fischietti di EuroLeague, vistasi rifiutare la possibile designazione per le finali nazionali, sono quindi passati alle vie legali, sia contro il presidente federale George Vassilakopoulos, che contro Stelios Simeonidis, designatore arbitrale peraltro rimasto per alcune ore negli uffici degli organi competenti.
Un danno d’immagine per la federazione, che ha portato gli Angelopoulos a chiedere al primo ministro Tsipras un intervento diretto, onde affidare la gestione delle finali a fischietti esteri.
Nel tardo pomeriggio di ieri, in un comunicato ufficiale, il Panathinaikos ha lanciato un comunicato ufficiale in cui ha stigmatizzato l’atteggiamento dei rivali, volto ad influenzare le direzioni arbitrali e infuocare ancor di più l’atmosfera in vista di finali che, a queso punto, promettono scintille.
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— Panathinaikos BC (@paobcgr) 2 giugno 2018
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