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Altre leghe 16/10/2016, 08.46

I processi cognitivi nel basket e minibasket

Il tema sviluppato dal Prof. Maurizio Mondoni al Camp e Clinic tenuto recentemente in Messico

Altre leghe


Quarta trasferta messicana per il Prof. Maurizio Mondoni, invitato quest’anno dalla Lega Oxachena di Basket per tenere una serie di Clinic di Minibasket (Città del Messico, Juchitan e Oaxaca) e condurre lezioni e allenamenti in due Camp di minibasket (Juchitan e Oaxaca).
Al Clinic a Città del Messico, organizzato molto bene dall’Università Ibero-Americana (prof. Facundo Burgos), hanno partecipato 25 Istruttori.
Il primo intervento teorico ha avuto come tema “La capacità di anticipazione nel Basket e nel Minibasket: come allenarla”.

I PROCESSI COGNITIVI
Il cognitivismo è un indirizzo psicologico che si occupa dei processi cognitivi mediante i quali un organismo acquisisce informazioni dall’ambiente, le elabora ed esercita su di esse un controllo.

I processi cognitivi sono processi mediante i quali un organismo acquisisce informazioni sull’ambiente e le elabora a livello di conoscenze, in funzione del proprio comportamento (percezione, immaginazione, simbolizzazione, formazione di concetti, soluzione di problemi).

E’ fondamentale il concetto di esperienze, infatti da un lato lo sviluppo cognitivo risulta dall’elaborazione della conoscenza percettivo-concettuale del mondo e dall’altro quest’ultima si realizza nelle attività esecutive.

I processi cognitivi ci consentono di capire come funziona la nostra mente e si distinguono in:
– percezione: nel momento in cui avverti ciò che sta succedendo, identifichi le forme che stai osservando e ciò che ti aspetti di osservare in una situazione simile;
– attenzione: quando l’evento non coincide più con le tue esperienze diventi più attento, cominci a recepire attivamente ciò che sta succedendo;
– pensiero: implica l’elaborazione di ciò che si è appena verificato;
– memoria: permette di ricordare ed entra in gioco quando immagazzini nella tua mente ciò che è accaduto e le interpretazioni che ne hai dato;
– linguaggio: il racconto implica l’uso del linguaggio;
– apprendimento: quando il conoscere è il risultato dell’elaborazione di ciò che è accaduto prima.

Affinché avvenga una percezione è importante che i nostri sensi raccolgano delle informazioni e successivamente che il nostro cervello rielabori quelle informazioni attribuendo loro un significato. A differenza della sensazione, la percezione è selettiva, costruttiva e interpretativa, infatti la percezione non dipende interamente dalle informazioni che provengono dai sensi ed è modificata dalle aspettative, speranze, paure, bisogni e memorie che costituiscono il nostro mondo interiore.

I sensi fanno il loro dovere, ma è sempre il cervello a dire l’ultima parola.

La capacità percettiva esiste fin dalla nascita ed è alimentata dagli apprendimenti e gli stimoli sono interpretati in base alle esperienze vissute.

CAMP E CLINIC MINIBASKET IN MEXICO: I PROCESSI COGNITIVI
Camp e Clinic Minibasket in Mexico: I processi cognitivi
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Camp e Clinic Minibasket in Mexico:
1^ lezione I processi cognitivi

Quarta trasferta messicana per il sottoscritto, invitato quest’anno dalla Lega Oxachena di Basket per tenere una serie di Clinic di Minibasket (Città del Messico, Juchitan e Oaxaca) e condurre lezioni e allenamenti in due Camp di minibasket (Juchitan e Oaxaca).
Al Clinic a Città del Messico, organizzato molto bene dall’Università Ibero-Americana (prof. Facundo Burgos), hanno partecipato 25 Istruttori.
Il mio primo intervento teorico ha avuto come tema “La capacità di anticipazione nel Basket e nel Minibasket: come allenarla”.

I PROCESSI COGNITIVI
Il cognitivismo è un indirizzo psicologico che si occupa dei processi cognitivi mediante i quali un organismo acquisisce informazioni dall’ambiente, le elabora ed esercita su di esse un controllo.

I processi cognitivi sono processi mediante i quali un organismo acquisisce informazioni sull’ambiente e le elabora a livello di conoscenze, in funzione del proprio comportamento (percezione, immaginazione, simbolizzazione, formazione di concetti, soluzione di problemi).

E’ fondamentale il concetto di esperienze, infatti da un lato lo sviluppo cognitivo risulta dall’elaborazione della conoscenza percettivo-concettuale del mondo e dall’altro quest’ultima si realizza nelle attività esecutive.

I processi cognitivi ci consentono di capire come funziona la nostra mente e si distinguono in:
– percezione: nel momento in cui avverti ciò che sta succedendo, identifichi le forme che stai osservando e ciò che ti aspetti di osservare in una situazione simile;
– attenzione: quando l’evento non coincide più con le tue esperienze diventi più attento, cominci a recepire attivamente ciò che sta succedendo;
– pensiero: implica l’elaborazione di ciò che si è appena verificato;
– memoria: permette di ricordare ed entra in gioco quando immagazzini nella tua mente ciò che è accaduto e le interpretazioni che ne hai dato;
– linguaggio: il racconto implica l’uso del linguaggio;
– apprendimento: quando il conoscere è il risultato dell’elaborazione di ciò che è accaduto prima.

Affinché avvenga una percezione è importante che i nostri sensi raccolgano delle informazioni e successivamente che il nostro cervello rielabori quelle informazioni attribuendo loro un significato. A differenza della sensazione, la percezione è selettiva, costruttiva e interpretativa, infatti la percezione non dipende interamente dalle informazioni che provengono dai sensi ed è modificata dalle aspettative, speranze, paure, bisogni e memorie che costituiscono il nostro mondo interiore.

I sensi fanno il loro dovere, ma è sempre il cervello a dire l’ultima parola.

La capacità percettiva esiste fin dalla nascita ed è alimentata dagli apprendimenti e gli stimoli sono interpretati in base alle esperienze vissute.


I processi cognitivi nella pallacanestro
La pallacanestro richiede ai giocatori di:
– anticipare lo sviluppo degli eventi;
– prendere decisioni in tempi brevi;
– prevedere subito che cosa accadrà in una particolare zona del campo (anticipazione spaziale del movimento) e quando si presenterà (anticipazione temporale).

L’azione, in questo modo può essere organizzata in anticipo ed eseguita al momento giusto.

Un difensore può prevedere le azioni dell’attaccante con la palla, dalla “lettura” dei suoi spostamenti sul terreno di gioco e combinando queste informazioni con quelle derivanti dalla dislocazione in campo dei compagni di squadra, potrà programmare l’intervento sul portatore di palla ed eseguirlo in modo preciso e tempestivo. Dovrà, inoltre tenere continuamente sotto controllo i cambiamenti della situazione, per modificare prontamente le proprie scelte o per adattare la tecnica esecutiva dei suoi movimenti quando le circostanze lo richiedono.

Ogni volta che accade qualcosa durante il gioco, il cervello agisce in questo modo:
– ne è informato dopo 50 millesimi di secondo;
– la risposta motoria inconsapevole si verifica in 150 millesimi di secondo;
– il giocatore ne diventa consapevole dopo 350 millesimi di secondo;
– il giocatore è in grado di ragionare e di prendere una decisione dopo 650 millesimi di secondo.

Noi pensiamo di pensare ed eseguire contemporaneamente, ma non è così.

L’Allenatore deve cercare di ridurre i 150 millesimi di secondo di apprendimento inconsapevole solo attraverso la presentazione di esperienze diverse e differenti che il giocatore vive durante l’allenamento.

Non si da vita a un processo di apprendimento motorio attraverso la ripetitività e l’automatizzazione dei gesti motori, ma attraverso la presentazione di esercitazioni “reali” nelle quali il giocatore deve essere messo in grado di decidere:
– cosa è meglio fare;
– quando è meglio fare;
– come fare.

L’allenamento deve essere funzionale! Il giocatore deve tener conto dei 3”, 5”, 8”, 24” e quindi le decisioni le deve prendere rapidamente.

In palestra bisogna allenare le decisioni!

A tale scopo sono molto importanti in questo contesto i neuroni specchio che sono specializzati nel ricevere informazioni sensoriali e nel formalizzare in maniera immediata il riconoscimento e le caratteristiche del movimento da utilizzare.
I neuroni specchio si attivano sia quando si esegue un movimento, sia quando lo si osserva e in tal modo noi comprendiamo ciò che gli altri stanno eseguendo.

I neuroni specchio strutturano il movimento finalizzato, codificano l’organizzazione temporale dei movimenti e i tempi di scansione delle contrazioni senza far ricorso ad alcun ragionamento.
Tutto ciò è possibile perché fin dalla nascita il cervello elabora “un vocabolario motorio” (atti semplici) che poi il cervello è in grado automaticamente di rievocare in azioni finalizzate.

Nel Minibasket
Tutto ciò che abbiamo precisato nel basket, non può accadere in tempi brevi nel Minibasket, perché il bambino non è in grado di decidere subito che cosa deve fare e come deve comportarsi in campo: ha bisogno di tempo, deve aumentare il proprio bagaglio motorio e le proprie esperienze, deve memorizzare tutte le azioni e le possibili varianti.

Le sue abilità possedute fino a quel momento non gli permettono ancora di ottenere obiettivi in tempi brevissimi.

Le abilità
Le abilità possono essere definite come le capacità di ottenere obiettivi di prestazione in un tempo ottimale, con un’elevata possibilità di riuscita e con un minimo dispendio energetico a livello fisico e mentale.

Le abilità consentono al soggetto di percepire le caratteristiche ambientali rilevanti, di decidere cosa, dove e quando eseguire, di produrre un’attività muscolare organizzata e permettono, inoltre, di conseguire prestazioni accurate in maniera costante anche nelle situazioni più difficili di gioco; si suddividono in abilità aperte (open skill) e chiuse (closed skill).

Nel Minibasket l’Istruttore deve educare e sviluppare le abilità aperte, perché l’ambiente è variabile e difficilmente prevedibile e i bambini devono essere in grado di reagire prontamente a eventi mutevoli.
Nel Minibasket le abilità aperte sono:
– il palleggio;
– il tiro;
– il passaggio;
– lo smarcamento;
– la difesa.

Le abilità aperte sono costantemente adattate tenendo conto dell’avversario e devce essere messa in evidenza la preminenza dei processi decisionali e la loro relativa maggiore importanza rispetto alla qualità dell’esecuzione.
Le abilità chiuse corrispondono invece a momenti di gioco specifici e limitati (ad esempio il tiro libero).

Le tecniche
Le tecniche sono abilità che si sviluppano con l’apprendimento e l’automatizzazione del movimento. La tecnica esecutiva di un gesto è subordinata all’efficacia del movimento: è meglio che un passaggio non perfetto tecnicamente arrivi a destinazione (essenzialità), piuttosto che sia eseguito accuratamente e non arrivi al compagno.

La capacità di anticipazione ideo-motoria nel basket
E’ una capacità intuitiva e significa pronosticare l’andamento di un gesto tecnico o tattico nel modo più rapido e preciso e di organizzare in un tempo altrettanto breve una contromossa nello spazio e nel tempo. (ad esempio sapere in un tempo brevissimo da dove arriverà la palla oppure che movimento eseguirà l’avversario).

E’ una capacità connessa a un meccanismo di percezione sensoriale e al “flow” (stato di coscienza in cui il giocatore è completamente immerso nel gioco: focalizzazione sull’obiettivo, motivazione intrinseca, positività e gratificazione).
Il flow è lo stato in cui i due emisferi cerebrali lavorano di concerto e consentono al giocatore di predisporre mentalmente, tramite “problem solving” le risposte motorie in successione, cioè quelle più adeguate, convenienti ed efficaci.

Questa capacità si può allenare attraverso esercizi che mettano in condizione il giocatore di imparare a osservare:
1) come sta arrivando la palla;
2) da dove sta arrivando la palla;
3) dove sono i compagni di squadra;
4) dove sono gli avversari;
5) decidere cosa fare con la palla dopo che è arrivata (what?): è la tecnica che agevola l’azione del giocatore (decidere se è meglio palleggiare, passare o tirare);
6) dove e a chi si deve passare la palla oppure che apertura e che tipo di palleggio si deve utilizzare (where?);
7) quando si deve passare la palla oppure quando si deve iniziare a palleggiare (when?);
8) come deve essere passata la palla oppure come si deve palleggiare (how?);
9) perché si deve passare la palla oppure perchè si deve palleggiare (why?).

Gli step dall’1 al 5 devono essere completati dal giocatore prima di entrare in possesso della palla, per quanto riguarda gli step 6-7-8 sarà la situazione contingente che si evolve e cambia continuamente durante il gioco a determinare la scelta da parte del giocatore, che dovrà prendere di continuo decisioni rapide e utili (è meglio CAMP E CLINIC MINIBASKET IN MEXICO: I PROCESSI COGNITIVI
Camp e Clinic Minibasket in Mexico: I processi cognitivi
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Camp e Clinic Minibasket in Mexico:
1^ lezione I processi cognitivi

Quarta trasferta messicana per il sottoscritto, invitato quest’anno dalla Lega Oxachena di Basket per tenere una serie di Clinic di Minibasket (Città del Messico, Juchitan e Oaxaca) e condurre lezioni e allenamenti in due Camp di minibasket (Juchitan e Oaxaca).
Al Clinic a Città del Messico, organizzato molto bene dall’Università Ibero-Americana (prof. Facundo Burgos), hanno partecipato 25 Istruttori.
Il mio primo intervento teorico ha avuto come tema “La capacità di anticipazione nel Basket e nel Minibasket: come allenarla”.

I PROCESSI COGNITIVI
Il cognitivismo è un indirizzo psicologico che si occupa dei processi cognitivi mediante i quali un organismo acquisisce informazioni dall’ambiente, le elabora ed esercita su di esse un controllo.

I processi cognitivi sono processi mediante i quali un organismo acquisisce informazioni sull’ambiente e le elabora a livello di conoscenze, in funzione del proprio comportamento (percezione, immaginazione, simbolizzazione, formazione di concetti, soluzione di problemi).

E’ fondamentale il concetto di esperienze, infatti da un lato lo sviluppo cognitivo risulta dall’elaborazione della conoscenza percettivo-concettuale del mondo e dall’altro quest’ultima si realizza nelle attività esecutive.

I processi cognitivi ci consentono di capire come funziona la nostra mente e si distinguono in:
– percezione: nel momento in cui avverti ciò che sta succedendo, identifichi le forme che stai osservando e ciò che ti aspetti di osservare in una situazione simile;
– attenzione: quando l’evento non coincide più con le tue esperienze diventi più attento, cominci a recepire attivamente ciò che sta succedendo;
– pensiero: implica l’elaborazione di ciò che si è appena verificato;
– memoria: permette di ricordare ed entra in gioco quando immagazzini nella tua mente ciò che è accaduto e le interpretazioni che ne hai dato;
– linguaggio: il racconto implica l’uso del linguaggio;
– apprendimento: quando il conoscere è il risultato dell’elaborazione di ciò che è accaduto prima.

Affinché avvenga una percezione è importante che i nostri sensi raccolgano delle informazioni e successivamente che il nostro cervello rielabori quelle informazioni attribuendo loro un significato. A differenza della sensazione, la percezione è selettiva, costruttiva e interpretativa, infatti la percezione non dipende interamente dalle informazioni che provengono dai sensi ed è modificata dalle aspettative, speranze, paure, bisogni e memorie che costituiscono il nostro mondo interiore.

I sensi fanno il loro dovere, ma è sempre il cervello a dire l’ultima parola.

La capacità percettiva esiste fin dalla nascita ed è alimentata dagli apprendimenti e gli stimoli sono interpretati in base alle esperienze vissute.


I processi cognitivi nella pallacanestro
La pallacanestro richiede ai giocatori di:
– anticipare lo sviluppo degli eventi;
– prendere decisioni in tempi brevi;
– prevedere subito che cosa accadrà in una particolare zona del campo (anticipazione spaziale del movimento) e quando si presenterà (anticipazione temporale).

L’azione, in questo modo può essere organizzata in anticipo ed eseguita al momento giusto.

Un difensore può prevedere le azioni dell’attaccante con la palla, dalla “lettura” dei suoi spostamenti sul terreno di gioco e combinando queste informazioni con quelle derivanti dalla dislocazione in campo dei compagni di squadra, potrà programmare l’intervento sul portatore di palla ed eseguirlo in modo preciso e tempestivo. Dovrà, inoltre tenere continuamente sotto controllo i cambiamenti della situazione, per modificare prontamente le proprie scelte o per adattare la tecnica esecutiva dei suoi movimenti quando le circostanze lo richiedono.

Ogni volta che accade qualcosa durante il gioco, il cervello agisce in questo modo:
– ne è informato dopo 50 millesimi di secondo;
– la risposta motoria inconsapevole si verifica in 150 millesimi di secondo;
– il giocatore ne diventa consapevole dopo 350 millesimi di secondo;
– il giocatore è in grado di ragionare e di prendere una decisione dopo 650 millesimi di secondo.

Noi pensiamo di pensare ed eseguire contemporaneamente, ma non è così.

L’Allenatore deve cercare di ridurre i 150 millesimi di secondo di apprendimento inconsapevole solo attraverso la presentazione di esperienze diverse e differenti che il giocatore vive durante l’allenamento.
Non si da vita a un processo di apprendimento motorio attraverso la ripetitività e l’automatizzazione dei gesti motori, ma attraverso la presentazione di esercitazioni “reali” nelle quali il giocatore deve essere messo in grado di decidere:
– cosa è meglio fare;
– quando è meglio fare;
– come fare.

L’allenamento deve essere funzionale! Il giocatore deve tener conto dei 3”, 5”, 8”, 24” e quindi le decisioni le deve prendere rapidamente.

In palestra bisogna allenare le decisioni!

A tale scopo sono molto importanti in questo contesto i neuroni specchio che sono specializzati nel ricevere informazioni sensoriali e nel formalizzare in maniera immediata il riconoscimento e le caratteristiche del movimento da utilizzare.
I neuroni specchio si attivano sia quando si esegue un movimento, sia quando lo si osserva e in tal modo noi comprendiamo ciò che gli altri stanno eseguendo.

I neuroni specchio strutturano il movimento finalizzato, codificano l’organizzazione temporale dei movimenti e i tempi di scansione delle contrazioni senza far ricorso ad alcun ragionamento.
Tutto ciò è possibile perché fin dalla nascita il cervello elabora “un vocabolario motorio” (atti semplici) che poi il cervello è in grado automaticamente di rievocare in azioni finalizzate.

Nel Minibasket
Tutto ciò che abbiamo precisato nel basket, non può accadere in tempi brevi nel Minibasket, perché il bambino non è in grado di decidere subito che cosa deve fare e come deve comportarsi in campo: ha bisogno di tempo, deve aumentare il proprio bagaglio motorio e le proprie esperienze, deve memorizzare tutte le azioni e le possibili varianti.

Le sue abilità possedute fino a quel momento non gli permettono ancora di ottenere obiettivi in tempi brevissimi.

minibasket-mexico-mondoni-6
minibasket-mexico-mondoni-6
Le abilità
Le abilità possono essere definite come le capacità di ottenere obiettivi di prestazione in un tempo ottimale, con un’elevata possibilità di riuscita e con un minimo dispendio energetico a livello fisico e mentale.

Le abilità consentono al soggetto di percepire le caratteristiche ambientali rilevanti, di decidere cosa, dove e quando eseguire, di produrre un’attività muscolare organizzata e permettono, inoltre, di conseguire prestazioni accurate in maniera costante anche nelle situazioni più difficili di gioco; si suddividono in abilità aperte (open skill) e chiuse (closed skill).

Nel Minibasket l’Istruttore deve educare e sviluppare le abilità aperte, perché l’ambiente è variabile e difficilmente prevedibile e i bambini devono essere in grado di reagire prontamente a eventi mutevoli.
Nel Minibasket le abilità aperte sono:
– il palleggio;
– il tiro;
– il passaggio;
– lo smarcamento;
– la difesa.

Le abilità aperte sono costantemente adattate tenendo conto dell’avversario e devce essere messa in evidenza la preminenza dei processi decisionali e la loro relativa maggiore importanza rispetto alla qualità dell’esecuzione.
Le abilità chiuse corrispondono invece a momenti di gioco specifici e limitati (ad esempio il tiro libero).

Le tecniche
Le tecniche sono abilità che si sviluppano con l’apprendimento e l’automatizzazione del movimento. La tecnica esecutiva di un gesto è subordinata all’efficacia del movimento: è meglio che un passaggio non perfetto tecnicamente arrivi a destinazione (essenzialità), piuttosto che sia eseguito accuratamente e non arrivi al compagno.

La capacità di anticipazione ideo-motoria nel basket
E’ una capacità intuitiva e significa pronosticare l’andamento di un gesto tecnico o tattico nel modo più rapido e preciso e di organizzare in un tempo altrettanto breve una contromossa nello spazio e nel tempo. (ad esempio sapere in un tempo brevissimo da dove arriverà la palla oppure che movimento eseguirà l’avversario).

E’ una capacità connessa a un meccanismo di percezione sensoriale e al “flow” (stato di coscienza in cui il giocatore è completamente immerso nel gioco: focalizzazione sull’obiettivo, motivazione intrinseca, positività e gratificazione).
Il flow è lo stato in cui i due emisferi cerebrali lavorano di concerto e consentono al giocatore di predisporre mentalmente, tramite “problem solving” le risposte motorie in successione, cioè quelle più adeguate, convenienti ed efficaci.

Questa capacità si può allenare attraverso esercizi che mettano in condizione il giocatore di imparare a osservare:
1) come sta arrivando la palla;
2) da dove sta arrivando la palla;
3) dove sono i compagni di squadra;
4) dove sono gli avversari;
5) decidere cosa fare con la palla dopo che è arrivata (what?): è la tecnica che agevola l’azione del giocatore (decidere se è meglio palleggiare, passare o tirare);
6) dove e a chi si deve passare la palla oppure che apertura e che tipo di palleggio si deve utilizzare (where?);
7) quando si deve passare la palla oppure quando si deve iniziare a palleggiare (when?);
8) come deve essere passata la palla oppure come si deve palleggiare (how?);
9) perché si deve passare la palla oppure perchè si deve palleggiare (why?).

Gli step dall’1 al 5 devono essere completati dal giocatore prima di entrare in possesso della palla, per quanto riguarda gli step 6-7-8 sarà la situazione contingente che si evolve e cambia continuamente durante il gioco a determinare la scelta da parte del giocatore, che dovrà prendere di continuo decisioni rapide e utili (è meglio palleggiare, passare o tirare?).

Gli obiettivi nel Minibasket
E’ molto importante proporre al bambino situazioni di gioco reali, vere, in modo che quando giocherà non dovrà aspettare molto tempo per decidere cosa fare, ma avendolo già provato, il tempo per decidere sarà breve.

Il bambino durante il gioco progetta che cosa deve fare e poi deve adattare il suo comportamento in relazione a ciò che accade realmente in campo e per fare ciò utilizza gli analizzatori.

Le informazioni esterne (esterocettori) e interne (enterocettori) pervengono al Sistema Nervoso Centrale attraverso gli organi di senso.

Gli analizzatori di estrema importanza per l’esecuzione di un movimento sono:
– visivo;
– uditivo;
– tattile;
– cinestesico;
– vestibolare.

L’identificazione degli stimoli è un processo attivo di ricerca delle informazioni importanti per l’azione, quali, ad esempio la velocità e la direzione della palla che arriva da un passaggio.

All’identificazione degli stimoli seguono processi decisionali di scelta della risposta e di programmazione (parametrizzazione) di tale risposta.

La selezione della risposta consiste nella scelta del programma motorio adatto per risolvere il compito che si è presentato; in fase di parametrizzazione della risposta sono poi precisati i parametri di forza, rapidità e direzione da applicare al programma selezionato, nonché i distretti muscolari da contrarre.

L’analizzatore visivo convoglia più dell’80% delle informazioni esterne e svolge un ruolo fondamentale per il controllo e la coordinazione dei movimenti, perché fornisce informazioni relative alla propria azione, ai cambiamenti di situazione e alle relazioni spazio-temporali fra sé e l’ambiente (compagni, avversari, etc.).

Nel Minibasket il bambino effettua costantemente durante il gioco un monitoraggio visivo, in gran parte inconsapevole, degli spostamenti e delle azioni dell’avversario.

Le richieste di rapidità e di precisione che caratterizzano il Minibasket, determinano un conflitto semantico-sensomotorio tra il comprendere e l’agire.

Il conflitto è tanto più marcato quanto maggiori sono:
– il numero delle informazioni da elaborare;
– la difficoltà del compito;
– le limitazioni temporali.

Le informazioni semantiche, in particolare visive, consentono al bambino di comprendere il significato della situazione e derivano da una ricerca attiva delle informazioni che derivano dall’ambiente.

Attraverso la disamina delle informazioni, il bambino deve essere in grado di rispondere alle seguenti domande:
– quale sarà l’azione dell’avversario?
– quali sono le sue intenzioni?
– dove si svolgerà l’azione?
– quando si svolgerà?
– che cosa è meglio fare? (come)

In questo modo si riduce l’incertezza della situazione-problema che si presenta in campo durante il gioco e che deve essere risolta velocemente.

Le informazioni senso-motorie, importanti per agire, permettono al bambino di rispondere alla domanda “come?” e quindi di controllare l’azione e il suo svolgimento.

Nel Minibasket sono cruciali gli aspetti decisionali che derivano dalla lettura delle informazioni semantiche, pertanto nell’insegnamento devono essere privilegiati gli aspetti tattici (tattica intesa come l’insieme delle azioni del bambino atte a risolvere il problema), rispetto a quelli tecnici, fin dalle prime fasi dell’apprendimento.

In una situazione di 2 c 1 se il bambino è in difesa in una situazione di 2 contro 1 (situazione reale di gioco) e deve decidere cosa fare, il suo sguardo si sposta subito sull’avversario in possesso di palla (è difficile che la sua attenzione sia rivolta all’avversario non in possesso di palla) e pensa subito di portargliela via. E’ una situazione normale derivata dal fatto che la palla è l’obiettivo primario del bambino che non è in attacco, lui vuole la palla perché con la palla può palleggiare e tirare a canestro.

Se invece nel 2 c 1 la possibilità di agire è del bambino in attacco in possesso della palla, può decidere se è meglio palleggiare o passare la palla al compagno e a sua volta il bambino in difesa, che non capisce il significato tecnico di difesa, attacca l’attacco per conquistare la palla.

In una situazione di due file di fronte a metà campo che si passano la palla, quando l’Istruttore batte le mani, chi è in possesso di palla deve decidere subito cosa deve fare e verso quale canestro andare a concludere e il difensore deve adeguarsi.
In una situazione di palla contesa, chi tra i due strappa per primo la palla decide cosa fare, in tutte le situazioni di sovrannumero e di sottonumero, chi è in possesso della palla deve decidere cosa fare e se l’esercizio è in continuità le possibilità di decidere cambiano continuamente (attacco-difesa-attacco).

Ma se il bambino non conosce a che cosa serve il palleggio, non sarà in grado di decidere in tempi brevi che cosa fare e utilizzerà il palleggio solo per non farsi portare via la palla e non per concludere a canestro o per creare un miglior angolo di passaggio.

Indicazioni didattiche e metodologiche

Queste indicazioni sono finalizzate allo sviluppo da parte del bambino dei processi cognitivi e del pensiero tattico:
– insegnare partendo dal semplice al complesso, dal facile al difficile, dal globale all’analitico per poi ritornare al globale e verificare se il lavoro svolto ha portato a dei miglioramenti (metodo misto);
– presentare esercizi e giochi sempre diversi, aumentando l’incertezza delle situazioni di gioco;
– fare in modo che il bambino identifichi le informazioni importanti alle quali deve rivolgere l’attenzione (spazio, linee, distanze, compagni, avversari);
– introdurre durante le azioni stimoli che distraggano il bambino (rumori, fischietto, musica, segnali) ed educarlo a non prestare attenzione agli stimoli;
– fare eseguire ai bambini gesti e movimenti in condizione di costrizione temporale (poco tempo a disposizione per concludere a canestro);
– incrementare le capacità coordinative speciali (coordinazione, equilibrio, orientamento spazio-temporale, differenziazione, anticipazione) attraverso la presentazione di esercizi e giochi sempre differenti, con molte varianti e utilizzando attrezzi diversi (palloncini, bacchette, palline da tennis, bacchette, coni, cinesini);
– variare l’esecuzione tecnica del gesto (distanze diverse, traiettorie differenti, direzioni);
– variare o modificare gli spazi di gioco (campo ridotto e spazi più piccoli), le velocità esecutive, il numero di giocatori (esercizi di sovrannumero e di sottonumero), il numero di informazioni.

Conclusioni
E’ importante sottolineare che lo sviluppo dei processi mentali richiede un processo di formazione a lungo termine, pianificato e adattato alle esigenze individuali, similmente a quanto si realizza per le capacità motorie, per quelle tecniche e tattiche.
Un elevato incremento delle capacità cognitive si osserva tra i 10 e i 12 anni (fase sensibile) e uno sviluppo ulteriore tra i 16 e i 18 anni.
La maturazione biologica deve essere integrata con l’allenamento specifico e le richieste della preparazione, inizialmente semplificate, che successivamente dovranno essere sistematicamente aumentate, fino a superare le difficoltà che normalmente si presentano durante il gioco.

ESERCIZI
Dopo la parte teorica, allenamento pratico in palestra con 14 ragazze (12 anni) del Centro Minibasket Aztlan di Città del Messico. Dopo una prima fase di riscaldamento con il pallone (palleggio libero, esercizi di ball-handling), ho proposto una serie di esercizi con i “globos” (individuali e a coppie) e con le palline di tennis.

Successivamente ho presentato alcuni esercizi “ad hoc” per allenare la capacità di anticipazione:
1) Inseguimento a coppie (di fronte) in palleggio attorno a un grande cerchio (delimitato dai cinesini): decidere chi è il “cacciatore” e chi l’inseguito. Al segnale dell’Istruttore il cacciatore può eseguire delle finte, dei cambi di mano, di direzione e B deve anticipare i movimenti di A e cercare di non farsi toccare (non si può entrare nel cerchio).
2) Lo stesso esercizio attorno a un triangolo (delimitato dai cinesini): A sulla punta del triangolo e B in mezzo alla base.
3) Lo stesso esercizio attorno a un rombo (delimitato dai cinesini).
4) “4 angoli”: 4 bambini (con palla) posti ai 4 angoli di un grosso quadrato (delimitato dai cinesini) e in bambino (con palla) in mezzo al quadrato. Al segnale i 4 bambini devono in palleggio cambiare di posto e il bambino in mezzo deve cercare di occupare prima degli altri un posto libero.
5) Inseguimento a coppie con partenza da fondocampo: A parte al primo segnale dell’Istruttore e B parte al secondo segnale e cerca di toccare A prima che concluda a canestro. Se A è toccato l’esercizio termina e A non può concludere a canestro; invertire i ruoli.
6) A coppie di fronte (a circa 2-3 mt. di distanza): A tiene un dito sulla bacchetta di legno appoggiata a terra e al segnale toglie il dito dalla bacchetta e B in palleggio deve cercare di afferrarla senza farla cadere.
7) Lo stesso esercizio con due bacchette di legno (una a dx e una a sx): A può togliere il dito dalla bacchetta a dx o a sx senza preavviso.
8) Formare tre file (senza palla) con partenza all’esterno della linea laterale: 2 file (A e B) di attaccanti e una fila (C) di difensori. Al segnale dell’Istruttore entrano in campo i primi delle tre file e C deve cercare di toccare A o B prima che si diano “5 alto”.
9) Formare tre file con partenza all’esterno della linea laterale: al segnale dell’Istruttore entrano in campo i primi tre delle tre file (giocano assieme A con palla e B senza, mentre C è in difesa). A e B possono palleggiare e passarsi la palla mentre C deve cercare di toccare A o B quando sono in possesso di palla.
10) Tutte le situazioni di sovrannumero e sottonumero (2 c 1, 3 c 1, 3 c 2) in continuità.
11) 3 c 3 in continuità (difesa individuale).


© Riproduzione riservata
A. Ferrari

A. Ferrari

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Comments Occorre essere registrati per poter commentare 4 Commenti
  • Anklebreaker 16/10/2016, 16.41
    Citazione ( OttoLamphred 16/10/2016 @ 12:20 )

    Il dono della sintesi

    ahahahahah

  • germarino 16/10/2016, 14.25 Mobile

    Già al primo quarto di articolo avevo sviluppato un deterioramento cognitivo (leggi demenza): non c'è l'ho fatta ad arrivare in fondo! N.B. E'comunque indiscutibile la competenza dell'autore, eh

  • OttoLamphred 16/10/2016, 12.20 Mobile

    Il dono della sintesi

  • Rob76 16/10/2016, 11.53

    Ogni volta che c'è un articolo di Mondoni mi chiedo se le sue lezioni siano più utili al gioco del basket o al suo ego.