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Altre leghe 24/01/2015, 07.09

Minibasket e bambini iperattivi

In età evolutiva 4 bambini su 100 sono iperattivi

Altre leghe
MINIBASKET: GENITORI, INSEGNANTI, ISTRUTTORI E BAMBINI IPERATTIVI


Premessa
Il bambino durante il suo sviluppo può evidenziare atteggiamenti iperattivi, che spesso non sono presi molto in considerazione dai genitori, dagli Insegnanti a scuola e dagli Istruttori in palestra, che pensano che tali problemi saranno superati più avanti con l’età.

Dati scientifici invece ci dimostrano e sottolineano che se l’ambiente in cui vive il bambino è privo di sufficienti supporti educativi, a svilupparsi saranno solo le sue capacità offensive che sfociano il più delle volte nell’aggressività.

In età evolutiva 4 bambini su 100 sono iperattivi e questa percentuale è in forte aumento nei maschi rispetto alle femmine.

Questa sindrome è di natura ereditaria ed è causata dal disordine dei neuro-trasmettitori cerebrali che governano il controllo dell’attenzione.



I bambini iperattivi, plusdotati, violenti

Sono definiti iperattivi quei bambini di intelligenza normale, che non stanno mai fermi, sono sempre agitati, non riescono a stare seduti, hanno difficoltà a stare attenti, cioè presentano un deficit di attenzione.

I bambini iperattivi sono energici, agitati, ma spesso geniali.

Sono bambini energici, agitati, ma anche spesso geniali, vedi Valentino Rossi, il più celebre iperattivo plusdotato, con un QI al di sopra della norma.

I bambini plusdotati hanno un’elevatissima capacità di concentrazione con rendimento eccezionale, però questa concentrazione dura poco perché i plusdotati sono molto più sensibili agli stimoli esterni e quindi tendono a distrarsi.

Se non sono seguiti e capiti dai Genitori, dagli Insegnanti e dagli Istruttori, accade che si “accendano” improvvisamente (fornendo risposte geniali) e altrettanto velocemente si “spengano”, distraendosi o chiudendosi nel loro mondo, perché non si sentono capiti.

Ci sono poi i bambini violenti che non ascoltano, aggrediscono tutti, distruggono le proprie cose, fanno male agli altri bambini, hanno manifestazioni improvvise e incontrollate di rabbia.

L’iperattività non si può standardizzare, gli esperti indicano almeno tre tipologie diverse di bambini iperattivi:

i disattenti (con un alto deficit di attenzione);
gli impulsivi (sono generalmente aggressivi);
i combinati (che presentano entrambe le caratteristiche).

L’ADHD (Attention, Deficit, Hyperactivity, Disorder: sindrome di deficit di attenzione e iperattività) è spesso il campanello di allarme di un disturbo più grave, l’importante è non sottovalutarlo.

Non è facile distinguere l’iperattività dalla semplice vivacità, l’occhio vigile della mamma è prezioso, in quanto alla forte vivacità si combina anche un deficit di attenzione e di comportamenti troppo impulsivi.

I bambini iperattivi spesso sono distratti, il loro comportamento é spesso “sopra le righe”, si stancano velocemente, dispongono di molta più energia rispetto agli altri bambini, non prestano attenzione ai particolari, hanno difficoltà nel mantenere l’attenzione su compiti, esercizi e giochi proposti loro, perdono continuamente oggetti personali, rispondono prima che siano terminate le domande, hanno difficoltà ad attendere il proprio turno e interrompono continuamente chi parla.



Dal punto di vista motorio

Dal punto di vista motorio i bambini iperattivi non stanno mai fermi, presentano irrequietezza motoria delle mani, delle gambe e di tutto il corpo, hanno difficoltà a rimanere seduti quando è necessario.

Hanno difficoltà nell’eseguire le istruzioni che sono loro fornite, non per un atteggiamento oppositivo né per difficoltà di comprensione, cambiano frequentemente attività, lasciando spesso il lavoro incompleto, hanno difficoltà a giocare tranquillamente, spesso sembra che non ascoltino ciò che è detto loro e a volte si dedicano ad attività fisicamente pericolose, non valutando le possibili conseguenze di certi comportamenti o giochi.

I bambini iperattivi a scuola sono irrequieti e spesso si annoiano, rispondono subito alla risoluzione di un problema di aritmetica, prima degli altri e poi disturbano.

Lo stesso comportamento avviene in palestra e nell’attività sportiva.

Oltre a questi tipi di bambini ci potrebbero essere bambini non iperattivi o impulsivi, ma che mostrano solo un importante deficit di attenzione; sono buoni, calmi, ma sempre con la testa tra le nuvole.

Ci sono anche bambini che, pur non manifestando tutti i sintomi sopra elencati, presentano difficoltà più lievi, ma che comunque impediscono un apprendimento scolastico e motorio sereno e una vita sociale adeguata all’età.


In un’eccessiva irrequietezza o in una difficoltà di attenzione può nascondersi un disagio psicologico che merita di essere compreso, individuandone le cause e i percorsi d’aiuto.

Tutti questi sintomi possono perdurare nel tempo e disturbano la vita sociale, scolastica, sportiva e familiare del bambino iperattivo, meritando di essere indagati attraverso un’adeguata osservazione diagnostica, indispensabile a comprendere il problema e le cause che ne stanno alla base, al fine di intraprendere percorsi terapeutici mirati, senza i quali i bambini potrebbero subire ripercussioni psicologiche non indifferenti.


I genitori, gli Insegnanti e gli Istruttori

Madri e padri dei bambini con sindrome di iperattività e deficit di attenzione, spesso mostrano gli stessi sintomi del disturbo dei figli: un fatto questo che rende ancora più difficile la loro gestione.

E’ molto importante fornire a questi genitori indicazioni utili e corrette per aiutarli a correggere se stessi e i propri figli.

La carenza di attenzione, l’iperattività, sono spesso segnali di un cattivo approccio dei genitori, di un conflitto con loro, con gli Insegnanti a scuola o con gli Istruttori in palestra.

L ’iperattività è spesso un segnale di un problema con genitori, Insegnanti o Istruttori.

E’ molto importante che i genitori non chiedano al medico la somministrazione di psico-farmaci ai propri figli iperattivi nella speranza che la pillola miracolosa risolva in un colpo solo tutti i problemi; a volte è utile ma spesso non serve.

Per i genitori importante è ascoltare più spesso i propri figli e cercare di evitare un giudizio troppo soggettivo e severo sui loro comportamenti, lasciandoli più liberi di sfogarsi e senza inibirli troppo.

Le famiglie, la Scuola e le Società Sportive facciano il loro dovere e mettano in condizione i bambini iperattivi di trovarsi a loro agio, instaurando con loro un dialogo sereno, con tanto buon senso, comprensione e pazienza: bisogna lavorare “in team” e fare gioco di squadra.

Con i bambini iperattivi i genitori devono cercare di cambiare il loro stile di vita, devono stare di più con i loro figli, devono essere più sereni e comprensivi, gli Insegnanti a scuola devono essere più pazienti e cercare di capirli e gli Istruttori in palestra devono essere più Educatori e non solo dei Tecnici.


I 12 comandamenti
Ci permettiamo di presentare “12 comandamenti” che i genitori, gli Insegnanti e gli Istruttori dovrebbero seguire quando hanno a che fare con bambini iperattivi:

non sottovalutate i vostri figli o i vostri piccoli atleti: sono in grado di capire più di quanto pensate e se gli fate credere che avete una scarsa considerazione delle loro capacità, potreste avere un’influenza negativa nel loro sviluppo;
non utilizzate le minacce: i bambini amano sfidarvi e se li minacciate potrebbero continuare e fare quello che non dovrebbero;
non corrompeteli con regali e premi: per esempio se state cercando di convincerlo a studiare in cambio di un regalo, non capirà mai l’importanza dello studio, ma solo quella del regalo; oppure se vinci la partita ti regalo…….;
non chiedetegli mai di fare delle promesse: i bambini piccoli non riescono a mantenere le promesse e quindi non costringeteli a mentire e poi punirli perché l’hanno fatto;
non teneteli al guinzaglio: per crescere normalmente i bambini hanno bisogno di una certa libertà e di un determinato spazio;
non utilizzate “paroloni” quando parlate con loro, rendete i concetti in modo semplice e conciso, affinché possano capire ciò che dite;
non aspettatevi da loro un’obbedienza cieca e immediata, non è consigliabile: ai bambini deve essere insegnato come pensare da soli e non solo come eseguire gli ordini;
non assecondate troppo i loro desideri, potrebbero sviluppare dei disturbi comportamentali;
non accettate compromessi nelle regole dei giochi: un gioco per essere educativo ha delle regole che per funzionare devono essere rispettate;
non imponete loro delle regole che non sono all’altezza della loro età;
non utilizzate punizioni: le sberle, i giri di campo o le “flessioni” non sono assolutamente comprese dai bambini, specialmente se sono piccoli;
non impartite ai bambini degli ordini che nemmeno voi prendete sul serio, dare ordini è drastico, i vostri bambini cercheranno di accontentarvi e alla fine diventerà una cosa crudele se l’ordine che avete dato è stato uno scherzo.
Tutti questi comandamenti sono indirizzati ai genitori che si trovano nel ruolo di genitore per la prima volta, ma sono ottimi per gli Educatori, per gli Insegnanti e per gli Istruttori: assieme ai genitori anche loro costituiscono un ruolo importante nell’educazione e nella crescita del bambino.


© Riproduzione riservata
A. Ferrari

A. Ferrari

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Comments Occorre essere registrati per poter commentare 1 Commento
  • GabrieleMartelli 03/11/2015, 23.31

    Ottimo Articolo,
    Comunque lo sport, per chi ha l'Adhd, è un vero toccasana, infatti non a caso, molti sportivi famosi hanno l'adhd. Michael Phelps il campione olimpico pluripremiato gli è stata diagnosticata l'Adhd, sin da piccolo. Ha praticato innumerevoli sport per scaricare tutta l'energia in corpo, finche non si è concentrato sul nuoto ottenendo i risultati anche grazie, ad un istruttore e manager che ha sostituito la figura paterna che era scomparsa dalla sua vita.
    In Italia se ne parla poco ancora, ema in America, molti personaggi Famosi del mondo dello spettacolo come Justin timberlake o Imprenditori come Sir Richard Branson (fondatore Virgin) e moltissimi sportivi in ogni ambito, compresa la pallacanestro ne sono affetti.
    Io ho l'Adhd, e l'ho scoperto a 46 anni, e mi spiega quella combattività che avevo in campo, quel buttarmi su tutti i palloni e non sentire la stanchezza, sopratutto quando c'era da lottare di più.
    Oltretutto per chi ha l'Adhd, lo sport è un toccasana, perchè oltre che permettergli di bruciare energie e quindi canalizzare quella continua agitazione che ci spinge a stare in continuo movimento, ti permette, crescendo, di non rischiare di caricarti anche di disturbi sociali, dovuti al rischio di isolamento e della bassa autostima.
    Comunque anche il problema dell'attenzione è particolare, non si tratta solo di distrazione, quanto di gestione diversa dell'attenzione, perchè quando siamo presi da qualcosa, la nostra attenzione e focalizzazione, diventà come un laser, MASSIMA CONCENTRAZIONE.
    Alla fine, Attenzione, Impulsività e Iperattività sono dei fattori, che se ben educati in una persona con Adhd, possono dare grandi risultati.