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Altre leghe 03/08/2014, 06.53

Il cuore, una farfalla, il minibasket

Il Prof. Mondoni ricorda Emilio Tricerri, il padre del minibasket italiano

Altre leghe
Batte. Nonostante tutto il vento contrario, batte ancora. Questo cuore che ci illudiamo di curare con pillole e di verificare con analisi, batte. Con una sua forza misteriosa che va al di là di scosse elettriche, di massaggi disperati, batte ancora per il Minibasket.

Batte ancora dopo 13 anni di distacco, perché le braci ardono ancora sotto le ceneri.

Batte ancora.

Io dico che in ognuno di noi c’è una farfalla, sì una piccola farfalla irrequieta che nasce con le ali bianche e che la vita di ogni giorno macchia.

Una farfalla che nei giorni di maggior dolore, comincia a far andare le sue ali e a cercare di riportare in quota di sopravvivenza questo cuore.

Certo sono stati e saranno in tanti a rinnegare questa farfalla, ma c’è. E questa farfalla c’e l’ha posata con amore sul cuore quello spirito, quel Dio o quel suono potente e infinitamente dolce.

Questa farfalla me l’ha posata sulla spalla Emilio Tricerri nel lontano 1968. Sì proprio lui il padre del Minibasket italiano, l’uomo che ha dato una vita per il Minibasket.

“Il Minibasket è un gioco e come tale deve rimanere per sempre”, mi ha sempre detto il buon Emilio
E sulla sua spinta ho creato il Minibasket in Italia a partire dal 1981 fino al 2001: 20 anni di formazione per gli Istruttori Minibasket sul territorio nazionale.

Poi me l’ha “riposata” sulla spalla Aldo Vitale, sì lui il rinnovatore del Minibasket italiano ed europei.

Due grandi uomini, due “amanti” del Minibasket.

Possono massacrarci di menzogne, ipnotizzandoci con messaggi ansiogeni, raccontarci che il Minibasket è e deve diventare la pallacanestro, che bisogna insegnare subito tecnicamente i fondamentali cestistici, ma la farfalla non ci crede!

E se si ha fede in questa candida farfalla, nei momenti più cupi di una giornata si può riprendere quota: basta saper ascoltare dentro di noi quei palpiti di volo.

La farfalla c’è. E tutti i bambini che giocano e che credono in lei, quando palleggiano, passano o tirano a canestro, si riconoscono.

“Anche tu piccolo cestista hai la farfalla nel cuore. Non lasciarla scappare via”.


“Anche voi Istruttori di Minibasket avete la vostra farfalla bianca sulle spalle: non lasciatela scappare via”.

La farfalla è spesso combattuta, ogni anno si propongono innovazioni, scoperte (sic!) e la farfalla vola via.

Si fa di tutto per sopprimerla, per farla apparire fuori moda, per metterla fuori gioco, per soffocarla.

Ma non ci si riesce perché i bambini vogliono “giocare” a Minibasket, vogliono divertirsi, vogliono stare assieme e non finalizzare il tutto solo all’apprendimento tecnico del palleggio, tiro o passaggio o peggio ancora della difesa. Ricordiamoci che un bambino non difende attacca: ricordiamocelo!

E’ il miracolo, perché di miracolo si tratta, di questa farfalla, che quando sei allenato al suo ascolto, la puoi percepire nei momenti più caotici della vita di ogni giorno e anche in palestra.

E tu piccolo minicestista, la puoi percepire quando realizzi un canestro, quando fai un buon passaggio, quando batti in palleggio il tuo avversario. Lei c’è.

E tu Istruttore la percepisci quando i tuoi bambini hanno appreso bene ciò che tu hai loro insegnato.

Lei c’è. Lei ci sarà sempre se il Minibasket rimarrà un gioco vero e spontaneo.

© Riproduzione riservata
A. Ferrari

A. Ferrari

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Comments Occorre essere registrati per poter commentare 1 Commento
  • Mike6mito 03/08/2014, 09.07 Mobile

    Bellissimo, grazie Sportando , come fanno commuovere certe storie di basket e di vita lo fanno poche altre cose per chi ama questo sport, non smetete mai di scrivere thread come questi. Ovviamente condivido ogni singola parola rispetto a ciò che il minibasket deve essere: l'unico scopo da piccolissimi è far innamorare i bambini del basket altro che difese e schemi