Euroleague Power Rankings: dalla sedicesima alla nona posizione
Le squadre in lotta per i playoff, o destinate ad un ruolo di secondo piano, secondo il nostro Power Rankings di Euroleague
16 - STELLA ROSSA
Coach Dejan Radonjic (confermato)
Le prime due Aba-Liga della sua storia, una top16 e un playoff di Eurolega. L’ultimo biennio della Stella Rossa è stato improntato alla crescita sotto la guida di Dejan Radonjic, anche dopo l’addio nell’estate 2015 di un fenomeno unico come Boban Marjanovic. Belgrado ha saputo trovare alternative, ma il gioco non potrà funzionare in eterno, soprattutto su un livello europeo che si alza bruscamente con la composizione della nuova Euroleague. La società ha così salutato elementi come Miller e Zirbes, asse di una squadra dove hanno avuto ottimi spunti anche Kinsey, Stimac e Micic. Ovvio che il gioco del dare-avere del mercato non sia all’altezza se i nomi sono Jenkins, Kuzmic e Bjelica, e allora ecco che tutto passerà per la consacrazione di Jovic in regia e di Mitrovic nel ruolo di ala, sperando in qualche altro asso nella manica dal vivaio di Belgrado.
15 - ZALGIRIS KAUNAS
Coach Sarunas Jasikevicius (confermato)
Forte di un gruppo di senatori di assoluto affidamento (Jankunas, Javtokas, Seibutis e Ulanovas), la società lituana si è gettata sul mercato con maggiore vigore rispetto al passato per allestire una squadra che non sia solo espressione del basket lituano (ad eccezione dell’ex Lietuvos Kavaliauskas). Ne scaturisce così una squadra accattivante in regia con le fiammate di Westermann e la gestione di Pangos, e frizzante sotto canestro con la fisicità di Augusto Lima, arrivato da Madrid per cercarsi un posto al sole in Europa. L’eccellenza si ferma qua (manca un giocatore in stile Anderson 2014-2015), ma la profondità del roster confermerà Kaunas terra di sofferenze per tutti.
14 - UNICS KAZAN
Coach Evgeny Pashutin (confermato)
Mentre Khimki e Lokomotiv-Kuban combattevano per un posto al sole in Euroleague l’Unics, un po’ sotto traccia rispetto al passato, si prendeva il suo spazio in Vtb, evitando il tabellone del Cska una volta giunto ai playoff. Ecco dunque il ritorno della squadra di Kazan nel massimo piano europeo, con il termine «coesione» al centro di tutto. Ben nove le conferme rispetto alla stagione passata, con le punte della geniale gestione di Colom, la presenza offensiva di Langford, la versatilità di Kaimakoglou e il peso di Parakouski. Mercato di rafforzamento, tuttavia, non in linea con l’Eurolega (da valutare Coty Clarke, partito con il piede giusto in Vtb) e le volontà di grandezza del post-Trinchieri.
13 - BASKONIA VITORIA GASTEIZ
Coach Sito Alonso (Bilbao)
«La grande bellezza» è un’emozione difficile da dimenticare, ma che nella costante attualizzazione rischia di ingannare. Vitoria è stata così la grande sensazione della passata stagione, ma quel ciclo, improvviso, è finito. Via l’asse play-pivot, James e Bourousis, via il tiratore Causeur e il realizzatore Bertans, via le accelerazioni di Adams e soprattutto via il padre di tutto, Velimir Perasovic. Rivoluzione necessaria e indotta, con sole cinque conferme e un mercato comunque interessante. Dopo aver ben impressionato in Europe Cup il “5” perimetrale Voigtmann può sposarsi alla perfezione con Andrea Bargnani, tutto da valutare dopo dieci stagioni di Nba chiuse ai margini di un mondo che lo aveva accolto da stella assoluta. Potenzialmente devastante Larkin, soprattutto in abbinata con il più cerebrale Luz, mentre Beaubois ha confermato tra Le Mans e Strasburgo di aver risolto le problematiche fisiche che lo azzopparono dall’altra parte dell’oceano. Parola «talento» da abbinare a «rischio», con «alternative» non all’altezza di una piena responsabilità europea.
12 - BROSE BAMBERG
Coach Andrea Trinchieri (confermato)
Ripartire dagli ottimi semi di un biennio di crescita, che dopo la vittoria di campionato ha palesato anche un credibile peso europeo. Continuità dunque per i campioni di Germania di Andrea Trinchieri, sinonimo di positività in quanto simbolo di un movimento in crescita. Tuttavia pesante l’addio a Wanamaker, anima offensiva e non solo di ogni fortuna, per quanto l’arrivo di Lo rappresenti un investimento per sè stessi e per tutto il basket nazionale. Se Veremeenko (in salute) e Causeur allargano in maniera importante le alternative, se Strelnieks e Miller sono chiamati al salto di qualità con aspettative solo positive, i dubbi vivono allora sulla «front line» dove il solo Melli pare di livello europeo.
11 - DARUSSAFAKA
Coach David Blatt (Cleveland Cavaliers)
Rivoluzione? Solo tecnica. David Blatt, nonostante nome e profilo, non ha fatto il suo ingresso ad Istanbul a piedi pesanti, confermando tanto dell’ottimo lavoro passato di Oktay Mahmuti. Il Darussafaka affida così la regia a Wanamaker, richiamando in Europa il realizzatore ex Zalgiris Anderson, dando una nuova chance al «4 non solo perimetrale» Moermann, e chiudendo il tutto con una certezza realizzativa come l’ex Bilbao Bertans e un’atleta da transizione come l’ala Clyburn. Il resto sono certezze, con una «front line» di massimo peso con Savas, Erden e Slaughter.
10 - GALATASARAY
Coach Ergin Ataman (confermato)
Chi non muore si rivede, perchè solo due anni fa quello del Galatasaray pareva un addio senza ritorno al massimo piano europeo. Invece è arrivata anche un Eurocup, e un nuovo rilancio societario, con investimenti di primo piano per quanto dedicati a giocatori di secondo piano (al momento) europeo. Da qui le chiamate di Diebler e Tyus, rinnegati all’Anadolu Efes, di Daye e e Thompson, in cerca di luce dopo Pesaro e Bayern Monaco, di Pleiss e Preldzic, dati per morti per ragioni diverse al Darussafaka e in Nba. Nomi che sommati uno all’altro fanno però paura, soprattutto con l’iniezione di velocità di due play tipicamente Usa come Dentmon e soprattutto Russ Smith, voglioso di stabilità dopo un paio di stagioni «sballottanti» tra Nba e D-League. Ad Ataman il difficile compito di garantire una squadra vera su ambo i lati del campo.
9 - MACCABI TEL AVIV
Coach Erez Edelstein (Nazionale Israeliana)
Reduce dal biennio più disastroso della sua storia, il Maccabi è tornato ad investire con piedi pesanti sul mercato, allestendo un roster potenzialmente da riscossa. Concetti già pronunciati nella passata stagione, e allora giusto procedere per gradi, partendo dallo sfortunato infortunio di Quincy Miller. Ne nasce un gruppo di valore, con individualità spiccate come Goudelock e Weems, gregari con alte ambizioni come Seeley e Rudd, lunghi di impatto come Zirbes e Iverson. Da valutare la regia nelle mani dell’ondivago Gal Mekel, e una tenuta difensiva che oggi come oggi si regge sul solo ex Cska Sonny Weems.