Venticinquesima giornata di CBA, il riepilogo e i dati

SORPRESA: FUJIAN QUANZHOU BANK. Era più facile perdere che vincere contro i sottovalutatissimi Bayi Rockets, visto l’andazzo abituale al Zuchang Gymnasium, un bell’impianto da 6000 posti costruito nel 2002 a Jinjiang per gli Sturgeons. Al fischio finale, invece, i padroni di casa si impognono sui militari per 104 a 96, comandati dal redivivo belloccio, quel tanto criticato Zhelin Wang (23 punti + 9 rimbalzi + 4 assist ma in addirittura 41 minuti) che non riesce mai a dare quel colpo di reni alla sua carriera che potrebbe portarlo a non farlo considerare l’eterno incompiuto tra i giovani della CBA, e dal gruppone di cinesi decisamente on fire. I numeri parlano chiaro, con un 53% dal campo ed un supersonico 47.6 dall’arco, chiunque soccomberebbe senza particolari patemi. Dopo questa tanto attesa vittoria, la quale non fa primavera visto che sono solo 3 nel giro delle ultime 10, si smuove leggermente la loro classifica acchiappando il 16° posto ma ancora a sole 3 sconfitte dall’ultimo. DJ White non incide assolutamente, poi arriva John Lucas che fa peggio che pena, c’è chi rimpiange Al Harrington (aiuto) ma nonostante tutto il trend sembra positivo, soprattutto sul fronte difensivo, il vero tallone d’Achille di Fujian: si è passati nel giro delle ultime 5 partite dal 19° posto come DRtg di squadra ad un 15 posto. Avanti così. (In foto le pacifiche lande della regione di Fujian, con i particolari Monti Wuyi sullo sfondo)

DELUSIONE: SHANDONG LIONS. Cominciamo subito dicendo che, prima che Miro levasse le tende a mandorla, a Shandong c’erano questi due assieme.

Non sappiamo ancora come abbia fatto la gente del posto a sopravvivere a tale ignoranza sul loro pick and roll. Già basta questo per condannarli all’Inferno eterno, se si aggiungono anche i recenti risultati sportivi allora siamo davvero a cavallo. Shandong stava macinando un bel filotto di vittorie, portandosi senza problemi in zona play off prima di scontrarsi contro un muro invisibile: 4 sconfitte ed una sola vittoria, periodo nerissimo. Nella 25° giornata si schiantano contro il duetto ignorante Jamal Franklin – Elijah Holman, perdendo malamente per 116 a 105. La via s’è smarrita in attacco: questa partita è lo specchio dell’andamento stagionale, dove il solo Jeter con 32 punti ed un ottimo 11 su 19 dal campo da un valido supporto numerico e non. Non capiamo sinceramente cosa continui a farci Earl Clark da centro, appena spostato a power forward ne mette di media 24, e cosa ci facciano i restanti 10 pescatori cinesi presi per giocare a basket, talmente nulli che se mettono 10 punti a partita c’è da far festa. Non si possono vincere le partite in due, si spera che la dirigenza di Shandong lo capisca. Bene ma non benissimo. 4

MVP: ANDRAY BLATCHE & QI ZHOU. Dominio. Punto. C’è poco da scrivere quando la ormai oliata corazzata d’assalto, composta dal traliccio Qi e dal poco filippino Andray, distrugge senza pietà Tianjin, con il risultato bugiardo di 102 a 96 per la squadra ospite venuta dal freddo nord del paese. Facciamo i conti della serva: in due scrivono 61 punti, 32 rimbalzi (8 offensivi), 8 assist, 6 rubate e 5 stoppate. Galattici. Se avessero dei compagni di squadra quantomeno decenti, il mezzo turco Makan Korambek chiude con 14 punti e l’ex OKC Telfair ne mette solo 8 in 25’, Xinjiang starebbe a mani bassissime nelle prime posizioni se realmente non ci fosse il deserto assoluto in panchina. Ma tanto bastano questi due qui, l’ex BKN in foto in posa sexy, come avviene da inizio anno: il centro ci viaggia a 30 punti con il 56 da 2 e il 38 da 3, 11.3 rimbalzi, 5.2 assistenze e 2.7 rubate in 38 minuti di media.

Da notare che si porta a spasso un DRtg di 100, assolutamente di livello pensando che la prima opzione offensiva in CBA è molto spesso il lungo USA in mezzo all’area. Qi risponde con numeri decisamente interessanti: in 30 minuti raggiunge i 15 punti con un alieno 71%, 7.4 rimbalzi, 1 assist, 0.9 rubate e, rullo di tamburi per il primo stoppatore della lega, ben 3.5 stoppate partita (il 12% di tiri che gli passano sopra la zucca vengono aggiunti alla sua casella “blocks”, primo di lega ovviamente). Se la coppia non scoppia, vale a dire Blatche non torna in NBA prima della fine del campionato, sono assolutamente in lizza per vincere il titolo. Magari aggiungendo anche un buon cinese… 20

MIGLIOR CINESE: GUO AILUN. La guardia più tosta di tutta la CBA, nella vittoria dei suoi Liaoning per 116 a 99 alla Tiexi Arena, bombarda con una prestazione maiuscola gli squali di Shanghai, i massimi esperti in difesa dell’intero campionato. Nonostante un super B-Easy (mostruoso con 44 punti, 16 rimbalzi, 8 assist, 4 blocks ma anche 11 turnovers) il giovane classe 1993, ormai inamovibile nello scacchiere della squadra che ormai da 25 giornate guida la classifica, in 31 minuti di gioco sparacchia 22 punti con un ottimo 8 su 15, 1 su 2 dall’arco e 5 su 5 dalla linea del tiro libero, aggiunge 5 rimbalzi dei quali ben 3 in attacco, smazza una caterva di assist (otto) e conclude rubando ben 3 palloni. E solo una persa, 9.09 di TOV% di media per un USG del 19% (in aumento), davvero un dato bassissimo per chi comincia a portar palla con regolarità. Lo criticavamo ad inizio anno per una blanda difesa e per un attacco a volte confusionario, ad oggi risponde con un DRtg di 107 ed un 126 in O; mostra poi una solidità al tiro sempre in crescendo come confermano i numeri, 52% dall’area, un buon 38% da 3 e un modesto 70% nei liberi (la grande pecca, sebbene nelle ultime 10 abbia incrementato ad un buonissimo 82%). Che dire, talento che bisognerebbe esportare ad occhi chiusi, se non fosse per quello stipendio fuori mercato che gli donano gli ex Dinosaurs… 10

MIGLIOR GIOVANE: SUN TONGLIN Altro giro, altra corsa ma è sempre qui. Il motivo è semplice: è il miglior sesto uomo cinese della CBA, e contro le balene spiaggiate di Sichuan lo dimostra ancora una volta, aggiungendo del suo nella convincente asfaltatura per 128 a 106. Parte dalla panca e nei 34 minuti che passa in campo sfonda la tenera difesa comandata da Michele Efevberha, un Tony Allen ci dicono dalla regia (131 di Drtg), con 14 punti frutto di un ottimo 6 su 7 ed un 2 su 2 dalla linea della carità, aggiunge 7 rimbalzi e anche 5 panini con la mortazza ai compagni, una rubata e ben 2 stoppate. Come spesso gli accade quest’anno, è troppo irruento, aggressivo in difesa, si porta a spasso 2.78 falli partita (5 in questa partita), ma risulta sempre fondamentale nell’economia delle bianche pelliccie di Dongguan. Premesso che preferiamo sempre giocatori tenaci rispetto ai floppatori moderni, la giovane power forward nata a Shandong mostra lampi di talento nelle ultime 5 partite disputate (23 minuti): 146 di ORtg ed un DRtg in diminuzione sotto il 115, 11.5 punti con un TS% del 63%, 7.3 rimbalzi, 3 assist e 0.6 sia in rubate e stoppate. Dongguan fa giocare i giovani, non a torto, soprattutto se l’amalgama di squadra è così buono e permette sempre ottime prestazioni. 9

L’IGNORANTE DEL GIORNO: HEQI TENG. Se la propria ignoranza porta giocare per ChongQing, allora devi proprio essere marcio fino al midollo. La scarsissima guardia 22enne, contro i fortissimi (ooooh…) Jiangsu Nangang disputa una partita talmente sudicia, e non solo perché i suoi ChongQing AoLong garantiscono agli scommettitori un over 120 subiti puliti puliti ad ogni turno.

Nato senza dubbio nelle limpide acque della città (in foto, sotto, la skyline ed il colore dell’acqua: è così tutto l’anno), il ribaldo gioca addirittura 25 minuti, con il puro intento di far salire il crimine al suo allenatore. Ma diamo le cifre: 1 punto, frutto di un uno su due dalla linea del tiro libero, 0 su 3 dal campo visto chè non ci arriva a capire che se in stagione viaggi col 38% è meglio cambiar sport, 2 falli e una persa. Non sappiamo nemmeno cosa scrivere, di fronte a cotanta ignoranza solo via il cappello ed attenti ai portafogli. Una magnifico dato che lo qualifica: è il PEGGIOR DIFENSORE di tutta la Cina (141 .6 punti concessi su 100 possessi), manco uno della società autostrade saprebbe essere più casellante - 1

LA PERLA DEL GIORNO: Il palazzo del Potala si trova a Lhasa, capitale del Tibet. Prende il nome dal Monte Potala, che secondo la tradizione è la dimora di Avalokitesvara, uno dei “Tre Protettori” del paese, figura tutt’oggi che suscita enorme devozione. Il palazzo, in principio, venne usato come luogo di meditazione da re Songtsen Gampo, il quale nel 637 costruì qui il primo palazzo al fine di onorare la moglie Wencheng, della dinastia Tang cinese. Lozang Gyatso, il quinto Dalai Lama, iniziò la costruzione del palazzo del Potala nel 1645, dopo che uno dei suoi consiglieri spirituali, Konchog Chophel, gli fece notare che il luogo sarebbe stato ideale come sede del governo, situato tra i monasteri di Drepung e Sera e l'antica città di Lhasa, arroccato su una collina all’epoca difficilmente attaccabile da eventuali nemici. Così, Il Dalai Lama ed il suo governo si spostarono nel Potrang Karpo, il “Palazzo Bianco”, nel 1649 in attesa della costruzione del monumentale palazzo. La costruzione proseguì fino al 1694, circa dodici anni dopo la morte del 5° Dalai Lama, ed il Potala venne usato come palazzo invernale dal Dalai Lama dell'epoca, ormai sistematisi nel Palazzo Bianco. Il Potrang Marpo (Palazzo Rosso) venne aggiunto successivamente tra il 1690 ed il 1694. Pochi anni dopo, il VI Dalai Lama volle risisedervi con continuità. Il palazzo del Potala fu la residenza principale del Dalai Lama fino a quando il 14º Dalai Lama fuggì a Dharamsala, in India nel 1959. La struttura misura 400 metri sul lato est-ovest e 350 metri su quello nord-sud, con pietre spesse anche 5 metri e la particolarità di aver fondamenta attorniate da rame fuso per aiutare a proteggere il palazzo dai terremoti. I tredici piani dell'edificio, i quali contengono oltre 1000 stanze, 10.000 reliquiari e circa 200.000 statue votive e non, si alzano per 117 metri sulla cima del Marpo Ri, la "Collina Rossa", con un'altezza totale di oltre 300 metri dal fondo della valle. Attualmente il Palazzo del Potala è stato convertito in museo dal governo cinese, ristrutturato numerose volte, l’ultima nel 2007.

A. PELTRERA