Diciassettesima giornata di CBA, il riepilogo e i dati

SORPRESA: ZHEJIANG GUANGSHA LIONS. Zitti ziiti ben 9 vittorie nelle ultime 10 partite mantenendo saldamente il terzo posto in classifica, solo gli inarrivabili di Liaoning hanno fatto meglio, proprio quelli che ne hanno vinte 17 di seguito. Anche in questo turno di campionato i fattori dell’ennesima vittoria hanno un nome e cognome; la point forward ex San Diego State Jamal Franklin ed il tanto talentuoso quanto robusto centro Eli Holman. I due, nella vittoria casalinga per 109 a 101 contro Jiangsu Nangang di Toney Douglas e Chris Singleton, mettono assieme un qualcosa come 45 punti, 21 rimbalzi, 5 assistenze e 5 stoppate.

Con Eli che domina sotto le plance partendo da starter e Jamal che bombarda dalla panchina, i Lions hanno finalmente trovato la quadratura del cerchio e senza mezze misure si candidano partita dopo partita ad essere una serissima contender per il titolo. Un paio di numeri per definire quanto sia fondamentela questa coppia nell’economia della squadra. Nelle ultime 10, il lungo è passato da 27 minuti giocati dalla panchina a 35 con un aumento del TS% dal 64 al 69 %, alzando le statistiche a 20 punti, 14 rimbalzi e 2.5 stoppate, con un ORtg che è passato da 127 quando partiva dalla panca a ben 132, un DRtg da 107.9 a 101.4. Viceversa Franklin ha migliorato la selezione dei suoi tiri, con dapprima un 40% scarso dal campo che portava circa 21 punti a sera, ora con ben oltre il 50% dal campo ed un ORtg che passa da 98.3 a 120 e più: ora viaggia a 28 punti con 2 assist in più di media a partita. La fase difensiva risulta meno curata, da 98 di DRtg a poco più di 104 ma con meno palle perse e falli fatti, il tutto con una riduzione di soli 2 minuti di gioco, ora a 34.7 di media. Aggiungi al mixer anche un Zheng Wang in grande spolvero… Easy buckets. 10




DELUSIONE: I CINESI DI QINGDAO. Brutta prestazione per la squadra della città della birra, che vanno a perdere nella partita più importante della giornata contro i determinatissimi Flying Tigers di Andray e compagni. Era una partita utile per ambo le squadre per capire moltissime cose: chi a caccia di conferme sia per quanto riguarda i singoli sia per la coesione del gruppo dopo un caterva di vittorie filate, chi cercava invece solidità dopo un paio di tentennamenti non previsti (tanto che Xinjiang ha lasciato per strada un coach). L’apporto della second unit è importante nel basket a tutti i livelli, soprattutto se si gioca in un campionato emergente con pochissimi aiuti stranieri. Qingdao, tra l’altro, ha fatto la magata nel firmare Haddadi, considerato asiatico, ma indubbiamente il più “americano” tra di essi, sia come caratura sia come talento complessivo, portandolo in un roster con già due USA veri come l’ala grande Mike Harris e la rapida pointguard Dentmon. Arriviamo al dunque: le tre punte di diamante dei Double Star Eagles hanno messo a segno ben 75 punti sui 104 complessivi, giocando una media di 38 minuti a testa. Significa che gli altri hanno giocato i restanti 128 minuti mettendo a segno solo 29 punti suddivisi in 7 giocatori (la famosa panchina corta di Qingdao). Il best scorer dei panchinari è stato Wei Lu che in 33 minuti ha segnato 9 punti. Con percentuali al tiro oscene da parte di tutti, tirando 37 volte e mettendone solo 11 (38 su 83 il totale). Ed hanno contribuito a soli 8 rimbalzi su 36, hanno registrato 0 e dico zero assist con ben 6 palle perse su 14. La pochezza della panchina è un problema che si trascinano dietro dall’inizio del campionato, di certo se vanno in queste condizioni ai playoff, non superano nemmeno il primo turno. 3

MVP: DENZEL BOWLES. I Jilin Northeast Tigers riprendono a marciare grazie alla prestazione stratosferica del centro di Virginia Beach, davvero on fire nella vittoria contro Tianjin Gold Lions di Quincy Douby per 117 a 102. Mentre i compagni di Denzel, come spesso accade questa stagione, sparano a salve come un 60enne con un complessivo di 12 su 36 pur giocando millemila minuti, deve pensare proprio il ciccioso centro a sistemare le cose. Si prende ben 30 tiri ma ne segna 20 con il solito 4 su 9 dai liberi per una cosa come 44 punti, aggiungendo al paniere ben 17 rimbalzi e 4 assist. In soli 35 minuti. Altro giocatore che se schierato da starter fa letteralmente male alle cornee di chi lo guarda e si trasforma in un mostro se schierato come guy-to-go dalla panchina. Un paio di dati eloquenti. Da starter, in 3 occasioni per 38 minuti di media, segna 26 punti con un TS% del 56%, una TOV% del 9.36%, BLK% del 1.35, USG% del 27 con un ORtg di ben 125.4 ed un poverissimo DRtg 124.4. Ora i dati per i 32 minuti medi di impiego dalla panchina: notare come siano aumentati i punti segnati, 28.5, nonostante si creda che un giocatore debba avere sempre la palla in mano si riscontra un leggero aumento di USG% ed un abbassamento dei tiri tentati, 28.61 e da 15.3 a 14.4, ed un incredibile innalzamento del true shooting percentage, 63%, come quello della stoppata, 2.46, e del ORtg, 126.56. Il tutto con un pazzesca diminuzione del dato di DRtg, che arriva a soli (considerando che a Jilin non difende nessuno) 111.0. Tra i centri più solidi in attacco attualmente in circolazione nella lega, chissà come si comporterebbe in Europa. (In foto Bowles e la sua delicatezza nella finale del campionato filippino giocata nel 2012-13 con i Purefoods Star Hotshots) 9.5

MIGLIOR CINESE: QI ZHOU. Altra prova mostruosa del giovane talento di Xinjiang, il quale assieme al compagno di scazzottate Blatche, danno una prima mano di asfalto agli indiavolatissimi di Qingdao, in super serie positiva. La partita finisce 112 a 104, con un secondo periodo dove i nordici di Urumqi fanno grandinare una cosa come 42 punti contro in 27 della squadra di casa, scavando un solco che si rivelerà decisivo fino alla fine. Qi è un partecipante attivo della festa: 12 su 15 al tiro e due su due dalla linea del tiro libero per un totale di 26 punti, raccatta ben 7 rimbalzi offensivi grazie alle sue lunghissime braccia e 3 in difesa, aggiunge una palla rubata e distrugge i sogni di tre giocatori al tiro, portandosi ad una media di 4.7 stoppate nelle ultime 3 partite. E 21 punti con il 75% dal campo e il 92% dai liberi, 9.7 rimbalzi e meno di una palla persa. Diciamo sempre le stesse cose, un mostruoso talento offensivo condito con grandissimi margini di crescita. Quasi impossibile un suo arrivo in Europa, visto che moltissime franchigie d’Oltreoceano l’hanno già messo sotto osservazione. Fenomeno vero. 11

MIGLIOR GIOVANE: TONGLIN SUN. Le pellicce bianche dei gattoni di Dongguan espugnano agilmente i Golden Bulls del solito Errick McCollum per 129 a 111 e la grossa power forward da 208 centimetri per 110 nata il 23 dicembre del 1992 ci mette del suo affinchè tutto ciò avvenga. Gioca una partita magistrale visti i pochi uomini a rotazione: in 38 minuti mette a segno la bellezza di 26 punti frutto di un buonissimo 9 su 16 dal campo (peccato che i liberi siano ancora il suo punto debole, solo un 8 su 14, 57% in stagione) condito da 11 rimbalzi, una rubata ed due stoppate. L’intesa con Brown e Diogu va di ben in meglio, tanto che in 28 minuti da 6° uomo produce 12 punti con il 67% di TS%, 7.5 rimbalzi, 2.5 assist, una rubata, 0.5 stoppate e solo 1.20 perse ad incontro. In difesa ha molto da fare, molto spesso è molle, ma come talento, intelligenza ed applicazione offensiva è molto avanti per essere un ragazzo di soli 21 anni. Piacevole scoperta, Dongguan da un paio di partite a questa parte ha un alleato in più sul parquet per giocarsela ai playoff. 9

L’IGNORANTE DEL GIORNO: MICHAEL EFEVBERHA. Eccolo qui, di nuovo tra l’Olimpo degli Ignoranti. Micheal, che se sorride pare un cruciverba, piazza un’altra prestazione orripilante, soprattutto al tiro. Il quale sembra proprio il marchio di fabbrica dell’ex Cal State, visto che questa sua abilità nel cecchinaggio lo porta sempre al setaccio finale per la selezione finale dell’ignorante del giorno. Tutto questo perché se nelle ultime 12 partite tenti 124 triple (che son più di 10 di media ad incontro) e ne metti solo 33 (2.75 ad incontro) vuol dire che le tue sinapsi sono realmente bruciate. Anche nell’ultima partita, persa di 21 contro gli squali di Shanghai, il buon Mike delizia il pubblico con un 1 su 11 dalla lunga, per un totale di 6 su 20 dal campo. Giusto per non tirare tutto quello che gli passa per le mani in soli 20 minuti sul parquet. Rilasciato Metta World Peace, intenzionato a tornare in NBA, per far posto alla cicciosa power forward Daniel Orton, Efevberha rimane l’unico guy-to-go delle balene di Sichuan. I risultati si vedono: davvero pietosi. Felicitazioni, Orton. 0

LA PERLA DEL GIORNO: I hmong sono il 5° più popolato tra i 54 ufficialmente riconosciuti dalla Cina, con quasi 5 milioni di persone le quali popolano principalmente le regioni montane del sud, in particolare nella provincia del Guizhou (pochi chilometri a sud di Chongqing) e nelle limitrofe delle regioni del sudest asiatico come il Vietnam, Laos, Birmania e Thailandia del nord. Sono la popolazione autoctona più “libera” della Cina, visto che hanno più di 20 contee autonome ed intere zone sia collinari sia montuose ove risiede solo questa particolare etnia, tra le più antiche del globo, la quale secondo i reperti scoperti più di recente si pensa possa risalire a più di 200 mila anni fa. In foto, donne con i tipici pittoreschi vestiti hmong.

A. PELTRERA (@TeamIgnoranza)