Yao Ming contro la CBA, vuole l'abolizione dell'aiuto asiatico

Tutto il mondo è paese si dice, e neppure in Cina le discussioni sul numero degli stranieri si placano. Ad alzare il polverone come sempre è Yao Ming, uno che ha una cassa di risonanza sempre di un certo livello, specialmente da quando, come patron degli Shanghai Sharks, può recarsi in LegaBasket e Federazione cinese ed esporre le proprie idee sullo sviluppo dei giocatori.

Oggetto del contendere è l'aiuto asiatico, ossia il terzo spot straniero che permette alle ultime 5 classificate (7 in questo caso dato l'ampliamento) nell'ultima stagione di CBA di firmare un giocatore asiatico oltre ai due USA già presenti nel regolamento.

Yao Ming ha parlato alla presentazione del campionato di CBA sostenendo la necessità di abolire la regola per pemettere a un giovane cinese di svilupparsi. Nella sua squadra infatti egli ha sempre rinunciato all'aiuto asiatico anche quando ebbe la possibilità di adoperarlo e da qualche anno gioca sempre con un pivot cinese, il gigantesco ZhaoXu Zhang, di 221 cm e leader in stoppate nel campionato.

Sulla questione stranieri gli risponde Nick Bedard, redattore del sito Basketball Buddha ed esperto di basket asiatico: "Sicuramente Yao cercherà di eliminare l'aiuto asiatico, ma l'impatto sul basket cinese continua ad essere errato. Levi uno straniero, ma ogni gara è sempre un pick n'roll piccolo USA con lungo USA e i giocatori cinesi non vedono mai giochi fatti per loro. L'idea di sviluppare il basket cinese in questo modo è completamente errata e basta vedere i risultati della nazionale per rendersene conto"